Omicidio di Sandra Mollicone: si riapre il processo con il nuovo testimone
Si è ufficialmente riaperto il processo per l’omicidio di Sandra Mollicone, avvenuto l’1 giugno del 2001 e rimasto, per tutti questi anni, senza una risposta. Allo stato attuale delle indagini, i riflettori sono tornati sulla testa dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, su sua moglie Anna Maria e sul figlio Marco, oltre che sui carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, accusati a vario titolo di aver concorso alla morte e all’occultamento della ragazza.
L’unica certezza sull’omicidio di Sandra Mollicone è che il suo corpo è stato trovato il 3 giugno del 2001 in un boschetto a pochi chilometri di distanza da Arce. La ragazza 18enne era scomparsa due giorni prima, poi riconosciuta come la data dell’effettiva morte, e presentava mani e piedi legati con scotch e fil di ferro, oltre che la testa avvolta in un sacchetto. La morte era avvenuta, secondo i medici legali, per asfissia meccanica. Secondo l’accusa dietro all’omicidio di Sandra Mollicone ci sarebbero proprio Franco Mottola, la moglie e il figlio, che avrebbero tramortito e ucciso la ragazza al culmine di un non meglio definito litigio negli alloggi di servizio dell’Arma, per poi occultare il corpo nel boschetto in cui è stato trovato.
La testimonianza di Cuomo: “Franco Mottola arrivò in caserma in tuta”
Tornando al processo per l’omicidio di Sandra Mollicone, si tratta di un appello per la sentenza di primo grado che avrebbe smontato l’accusa, ritenendo che non vi fossero sufficienti prove contro Franco Mottola e gli altri indagati. Centrali, per l’accusa, la nuova testimonianza di uno degli appuntati, Emilio Cuomo, che la notte della scomparsa della ragazza si trovava in caserma ad Arce, con il collega Santino Tuzzi e Antonio Mollicone, lo zio di Serena.
Santino Tuzzi è stato il primo ad associare il nome di Franco Mottola all’omicidio di Sandra Mollicone, che disse di aver visto la ragazza entrare in caserma, salvo poi ritrattare, rimangiarsi la ritrattazione ed, infine, togliersi la vita. Cuomo in aula ha negato di aver sentito Tuzzi parlare della ragazza, pur confermando che la conoscesse bene, fugando così i dubbi sul corretto riconoscimento da parte del testimone. Tuttavia, parlando della notte della scomparsa e dell’omicidio di Sandra Mollicone ha ricordato che “era circa mezzanotte e mezza ed è rientrato in caserma con la macchina il maresciallo Franco Mottola, indossava una tuta ginnica. Accanto a lui c’era la moglie”. Il maresciallo avrebbe raccolto la denuncia di Guglielmo Mollicone che, al fratello Antonio, ascoltato in aula, raccontò che “Mottola arrivò in caserma con la moglie” e che “era in abiti civili“.