Guglielmo, padre di Serena Mollicone, ha sempre sostenuto che dietro l’uccisione della figlia c’entrasse Marco Mottola, coperto dal padre maresciallo. Tesi che però non trova conferma nelle indagini, fino alla svolta, nel 2003, con l’arresto del presunto colpevole, il carrozziere del paese Carmine Belli. “Non ho mai creduto che fosse l’assassino. Belli non ha né la forza né la capacità di depistare le indagini”, ha commentato Guglielmo a Le Iene. Dopo un anno e mezzo però Belli sarà scarcerato in quanto non ritenuto responsabile del delitto. “Io da stronz* o da buon cittadino sono andato in caserma e al maresciallo Mottola ho dichiarato di aver visto la ragazza la mattina davanti al bar. Avevo detto che mi sembrava portasse una maglietta rossa e dei pantaloni neri”, ha raccontato Belli alla trasmissione di Italia 1. Quel dettaglio lo fece passare per il colpevole. Ma come mai fu così preciso? A telecamere spente ha commentato: “Andate a domandarlo al maresciallo Mottola”, per poi aggiungere, “Mi hanno interrogato dalle 2 del pomeriggio alle 6 di mattina e ho pure preso qualche schiaffone”. Quindi ha chiosato: “Gli serviva il più stronzo per l’opinione pubblica. E così hanno preso me che non so parlare, non ho soldi per difendermi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LE OMBRE SU FRANCO E MARCO MOTTOLA

Quello di Serena Mollicone è un mistero lungo 18 anni di cui oggi il padre ha parlato a “Le Iene”. Guglielmo Mollicone ha parlato di Marco Mottola, indagato insieme ai genitori per l’omicidio della 18enne trovata senza vita nel bosco dell’Anatrella, in provincia di Frosinone. «Spargeva droga a non finire, ma era figlio del maresciallo e quindi poteva farlo. Lei aveva paura della droga». Poi intervenne Franco Mottola: «Il padre di Marco le disse di lasciar perdere il figlio». Poi la scomparsa e quindi il ritrovamento del cadavere. Tra i tani aspetti da chiarire c’è quello del cellulare: non era vicino al cadavere e neppure a casa. Il cognato di Guglielmo lo aveva cercato senza trovarlo, dopo essere tornato al termine della veglia lo ha trovato in un cassetto. E senza impronte. Durante i funerali fu allontanato dai carabinieri: «Fecero passare me per il sospettato». In questo mistero si inserisce la barista che ha visto Serena Mollicone prima della scomparsa: prima ha dichiarato di averla vista al mattino con Marco Mottola poi ha cambiato versione. «Ho detto tutto a chi di dovere. Non l’ho mai visto quel ragazzo, non lo conosco proprio». L’altro depistaggio riguarda il carrozziere Carmine Belli, assolto dopo essere stato in carcere. «La mattina la vidi al bar passando con la macchina». Il padre di Serena Mollicone è convinto che sia stato incastrato da Franco Mottola, il quale avrebbe agito per proteggere il figlio. «Mi sono fatto un anno e sette mesi in isolamento». La svolta è arrivata grazie al brigadiere Santino Tuzi: il 9 aprile 2008 ha dichiarato che Serena Mollicone alle 11 del mattino era andata in caserma ad Arce. Poi però è stato trovato morto in macchina. «Sapeva troppe cose sull’omicidio di Serena. Il telefonino a casa di Mollicone ce l’aveva portato Mottola, il maresciallo», ha detto un amico di Tuzi dopo il ritrovamento del corpo. (agg. di Silvana Palazzo)



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OMICIDIO SERENA MOLLICONE, CHI L’HA UCCISA?

Sono trascorsi 18 anni dall’omicidio di Serena Mollicone, noto anche come il delitto di Arce: la 18enne venne uccisa il 1° giugno 2001 nella piccola località in provincia di Frosinone e ad oggi non esistono colpevoli. Scomparsa da casa l’1 giugno, la giovane venne ritrovata senza vita due giorni dopo nel boschetto dell’Anitrella in località Fontecupa. Le forze dell’ordine hanno indagato su numerose persone, ma non è stata emessa alcuna condanna. Ma qualcosa potrebbe presto cambiare: gli accertamenti del Ris hanno stabilito che l’omicidio sia avvenuto all’interno della caserma dei carabinieri di Arce. Ma non solo: sette mesi fa, ad aprile, si cono chiuse le indagini con la richiesta di rinvio a giudizio di cinque persone, tra cui tre carabinieri. In programma originariamente il 13 novembre 2019, l’udienza preliminare è stata rinviata al 15 gennaio 2020.



OMICIDIO SERENA MOLLICONE, CHI C’E’ DIETRO IL DELITTO DI ARCE?

«Noi andiamo lì per essere difesi non per essere ammazzati», le parole di Guglielmo Mollicone ai microfoni de Le Iene, con il programma di Italia 1 che ha acceso i riflettori sul delitto di Arce con un servizio in onda questa sera, domenica 24 novembre 2019. Il padre della 18enne uccisa chiede giustizia e non ha nascosto il suo disappunto in occasione del rinvio dell’udienza preliminare, inizialmente in programma undici giorni fa: «Più passa il tempo e più le forze diminuiscono, e i responsabili rimangono liberi. Io porto dentro il dolore e voglio che Serena abbia giustizia». La iena Veronica Ruggeri ha iniziato la sua inchiesta al fianco della famiglia di Serena, con un unico obiettivo: rispondere alla domanda “chi c’è dietro il delitto di Arce?”. Senza dimenticare che Guglielmo Mollicone ha sempre sostenuto la stessa tesi: «Già 18 anni fa puntavo il dito contro la caserma di Arce ma mi credevano pazzo, ma penso che tutto quello che dicevo e sapevo in qualche modo me lo “suggeriva” proprio Serena». Clicca qui per vedere il video delle anticipazioni de Le Iene.