OMICIDIO SHARON VERZENI, L’ANALISI DI NUZZI

Si aprirà con l’omicidio Sharon Verzeni la nuova puntata di Quarto Grado, in onda oggi, venerdì 13 settembre 2024, dalle ore 21.20 su Rete 4: il programma di cronaca nera riparte dal caso della donna uccisa a luglio a Terno d’Isola da Moussa Sangare, di cui negli ultimi giorni ha parlato anche il legale di Massimo Bossetti, per il quale bisognerebbe verificare eventuali collegamenti con il caso Yara Gambirasio.



Di recente, il conduttore Gianluigi Nuzzi, in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, ha spiegato perché ha capito subito che sarebbe stato un caso seguito: si tratta di una donna «cristallina, senza grilli per la testa», con un fidanzato «che era il pupillo dei suoceri» e su cui gli inquirenti non hanno nutrito dubbi, visto che non avrebbe potuto evitare le telecamere se fosse stato lui l’assassino.



«Le indagini sono state fatte benissimo», ha aggiunto Nuzzi, secondo cui non si può avere la pretesa che i casi vengano risolti all’istante. Tornando alla vittima, è la rappresentazione di una persona vicina a noi, questo secondo il conduttore e giornalista è il motivo per il quale l’omicidio Sharon Verzeni ha colpito più di quella del Bayesian.

LO SFOGO DI DEL DEBBIO SU MOUSSA SANGARE

A proposito di giornalisti e conduttori tv, anche Paolo Del Debbio è intervenuto sull’omicidio Sharon Verzeni, in particolare si è soffermato sull’arresto di Moussa Sangare e la sua confessione, perché si tratta di un delitto che si poteva evitare. Questo è stato il focus del discorso fatto dal conduttore di Dritto e rovescio, secondo cui è inspiegabile che il killer di Terno d’Isola sia stato lasciato libero. «Questo non è che l’hanno denunciato degli estranei, l’hanno denunciato i familiari, la sorella e la madre, perché ha compiuto delle violenze in casa».



Del Debbio ha ricordato che quelle violenze sono state commesse anche con coltelli e che il racconto della sorella di Moussa Sangare è molto pesante. «È un pluri-denunciato, quindi il fatto che sia denunciato da dei familiari non è che conta di più, però certamente vuol dire che in quella famiglia quel soggetto può commettere delle cose che non vanno bene. Figurati fuori», ha concluso Del Debbio, il quale ha voluto porre l’accento sul fatto che se Moussa Sangare fosse stato fermato in tempo, Sharon Verzeni sarebbe ancora viva.