Omicidio Sharon Verzeni: prelevato un PC dalla casa che condivideva con Sergio Ruocco

L’omicidio Sharon Verzeni resta un mistero tutto da risolvere, ma – nel frattempo – sembra che gli inquirenti (lontani dalle telecamere della cronaca) stiano seguendo una qualche possibile pista: negli ultimi giorni è ventilata più volte la notizia di una possibile convocazione in caserma del fidanzato Sergio Ruocco; mentre nella mattinata di oggi – venerdì 23 agosto 2024 – i Ris dei Carabinieri hanno svolto (alla presenza dell’uomo 37enne) nuovi rilievi all’interno dell’abitazione della coppia.



Non è chiaro quali ragioni abbiano mosso i nuovi rilevi, ma nel frattempo è certo che si sono conclusi nell’arco di pochi minuti – una decina, secondo quanto riferisce il Corriere – con il prelievo di un computer: tesi confermata anche dallo stesso fidanzato di Sharon Verzeni, raggiunto dai microfoni di Pomeriggio 5 mentre rientrava a casa dei genitori della ragazza dopo diverse ore trascorse in caserma.



Ancora una volta Ruocco si è detto felice della convocazione, nell’auspicio che la sua piena collaborazione (mai negata in questo complicato mese) possa aiutare a ricostruire al più presto l’accaduto: “Meglio che mi chiamino”, ha detto a Pomeriggio 5 prima di confermare che “siamo andati in casa per prelevare altre cose“, limitandosi a parlare di “dispositivi” che erano di sua proprietà – tanto che Sharon Verzeni “non aveva un computer” e a sottolineare che “non mi hanno [interrogato]“.

Il padre di Sergio Ruocco: “Lui non c’entra, sarà stata una ripicca per aver rifiutato delle avances”

Nella mattinata – invece – sempre riguardo all’omicidio Sharon Verzeni, la trasmissione Morning News ha scambiato alcune parole con il padre di Sergio Ruocco, che ha raccontato di non sentire suo figlio “da ieri sera” e di non vederlo “da qualche giorno”; mentre ragionando sulla relazione ne ha parlato come di un amore “tranquillissimo”, con entrambi “che facevano il loro lavoro, senza nessuna discussione“.



Anche il padre di Sergio ha confermato la convocazione da parte dei Carabinieri, ma sottolinea di non saperne nulla e ci tiene – ancora una volta – a sottolineare che secondo lui il figlio non c’entra nulla con la morte: ipotizzando cosa potrebbe essere successo, dal conto suo è quasi evidente che i killer sarebbero almeno due che “sapevano il tragitto e l’hanno seguita. Io indagherei sul bar in cui lavorava perché è successo tutto dopo un anno che ha iniziato a lavorare lì, qualcuno le sarà ronzato attorno, lei si è rifiutata e gliel’ha fatta pagare“.