Sull’ omicidio Sharon Verzeni, la barista 33enne accoltellata in strada, spunta una telefonata anonima ricevuta dalla biblioteca comunale di Terno d’Isola, nella quale un uomo aveva accusato una donna residente a Suisio, di professione architetto, come possibile implicata nella vicenda. Il fatto sarebbe avvenuto lo scorso 13 agosto a due settimane dalla morte della ragazza, ma solo ora, nel corso delle indagini è emersa la vera identità del segnalatore.



Sarebbe un 59enne residente a Milano che secondo quanto stabilito dalla Procura di Bergamo, aveva fatto il nome della professionista perché in passato tra i due c’era stato un contenzioso legato a questioni lavorative. L’uomo è stato ora denunciato a piede libero per calunnia, dopo opportuna perquisizione da parte delle Forze dell’Ordine in un Bed and Breakfast nel quale è stato rintracciato, che ha confermato la telefonata partita proprio dal numero di cellulare confrontandolo con i tabulati telefonici relativi alle chiamate ricevute dall’utenza fissa della biblioteca.



Omicidio Sharon Verzeni, 59enne denunciato per calunnia: cosa è successo?

Nelle varie false segnalazioni ricevute tramite comunicazioni anonime, che come ha confermato la Procura di Bergamo sono state numerose, ne è spuntata in particolare una che si è conclusa con una denuncia per calunnia. Si tratta di un uomo di 69 anni residente a Milano che il 13 agosto scorso aveva fatto una telefonata anonima ricevuta dalla biblioteca di Terno d’Isola, nella quale accusava un’architetto donna di Suisio indicandola come possibile coinvolta nell’assassinio della barista.

L’uomo dopo la chiamata è stato rintracciato in un B&B ed è stato perquisito per verifiche legate al numero di cellulare intestato. Una volta stabilita la sua colpevolezza con una denuncia per calunnia, il 59enne ha provato a giustificarsi davanti ai Carabinieri dicendo di essere un sensitivo e di aver fatto il nome della professionista per questo motivo. In realtà poi dopo approfondimenti è emerso che il segnalatore anonimo aveva avuto problemi con l’architetta nel 2006 e per questo probabilmente si era voluto vendicare in seguito ad un contenzioso di lavoro.