Tra le persone che sono state sentite in relazione all’omicidio Sharon Verzeni perché informate sui fatti c’è anche Fabio Delmiglio, noto soprattutto sui social per essere il sosia italiano di Johnny Depp. A rivelare il retroscena è stato lo stesso uomo, che in una dichiarazione all’Agi ha spiegato di aver conosciuto la vittima.
«Mi ha chiesto se fossi stato disponibile a pubblicizzare una cosa per lei», ha raccontato Delmiglio, precisando che la donna, uccisa a coltellate in strada esattamente un mese fa a Terno d’Isola, lo aveva riconosciuto. Ma l’uomo, sentito per più di un’ora dagli inquirenti, non ha aggiunto nient’altro in merito alla richiesta della giovane, su cui invece emerge il racconto di una 59enne che abita nel palazzo del noto garage sequestrato.
“SHARON VERZENI HA GRIDATO AIUTO E BARCOLLAVA”
La testimone ha raccontato che stava guardando la tv col figlio quando ha sentito le urla di Sharon Verzeni, ma non se ne è preoccupata subito perché in zona si sentono spesso schiamazzi. Quando però ha sentito nuove urla e ha riconosciuto che la voce era sofferente, si preoccupata e affacciata alla finestra: a quel punto ha visto Sharon Verzeni barcollare e pensato che fosse ubriaca. L’ha vista aggrapparsi alla recinzione di una villetta dove abitano due anziani, quindi ipotizza che stesse provando a suonare per chiedere aiuto, ma poi è caduta all’indietro.
Quindi, non ha assistito né all’aggressione né al momento della telefonata al 112, quindi non ha visto il killer. La testimone ha visto il sangue sulla schiena quando la ragazza si è girata di fianco ed è rimasta alla finestra quando sono arrivati i carabinieri. Uno ha provato a salvarle la vita e, quando gli hanno comunicato che era morta, era ancora in strada: la testimone lo ha visto disperarsi sbattendo i pugni sul cofano dell’auto.
OMICIDIO SHARON VERZENI, ERA IN CRISI CON SERGIO RUOCCO?
Nelle ultime ore sono emerse notizie anche su Sergio Ruocco e il rapporto con Sharon Verzeni, non idilliaco come sembrava. Dalle audizioni tra familiari, colleghi di lavoro e vicini di casa è emerso che la coppia, che doveva sposarsi l’anno prossimo e avrebbe voluto un figlio, in realtà aveva qualche crepa. Il compagno della vittima non è indagato, ma i carabinieri lo hanno ascoltato più volte e hanno effettuato diversi sopralluoghi nella casa dove viveva la coppia.
Non ci sono prove che sia uscito quando la ragazza era uscita a fare una passeggiata, ma neppure che fosse in casa quando veniva ammazzata. Lui sostiene di essere rimasto a casa a dormire: non l’aveva accompagnata perché stanco dopo una giornata di lavoro. Ma la sua posizione, secondo Repubblica, resta scomoda proprio perché non ci sono prove del fatto che effettivamente fosse rimasto a casa, inoltre qualche testimone ha riferito di «un turbamento, un momento di difficoltà, qualcosa che ha rotto l’equilibrio».