Giampiero Gualandi, l’ex comandante della Polizia locale di Anzola dell’Emilia (Bologna) indagato per l’omicidio di Sofia Stefani avvenuto nello stesso comando dei vigili urbani lo scorso 16 maggio, secondo il Riesame deve tornare in cella. La giovane vigilessa, 33 anni, aveva una relazione con lui. Secondo l’accusa, le avrebbe sparato volontariamente e non sarebbe stato un incidente come invece ha dichiarato agli inquirenti.
Giampiero Gualandi, 63 anni, potrebbe quindi ritornare in carcere dopo che, riporta RaiNews, è stato accolto il ricorso della Procura contro i domiciliari con braccialetto elettronico recentemente concessi dal gip. Una attenuazione della custodia cautelare che lo ha visto trascorrere il Natale a casa. La misura decisa ora dal Tribunale del Riesame del capoluogo emiliano non è ancora esecutiva in attesa della pronuncia della Cassazione sul ricorso della difesa.
Omicidio Sofia Stefani: il 16 maggio 2024 lo sparo mortale al comando di Anzola
Giampiero Gualandi è accusato di omicidio volontario aggravato nell’ambito dell’inchiesta sulla morte della vigilessa 33enne Sofia Stefani, uccisa con un colpo di pistola nei locali del comando di Polizia locale di Anzola il 16 maggio 2024. L’arma del delitto è stata individuata in quella di ordinanza dello stesso ex comandante dei vigili urbani con cui la vittima aveva intrecciato una relazione.
Stando alla versione dell’indagato, si sarebbe trattato di uno sparo accidentale durante una colluttazione ma, all’esito delle indagini, la Procura gli ha contestato il reato che potrebbe portarlo all’ergastolo. Giampiero Gualandi sarà sottoposto a giudizio immediato e il processo in Corte d’Assise inizierà il prossimo febbraio.