Nella giornata di ieri è giunta la sentenza di terzo grado a carico di Chiara Alessandri, la donna accusata dell’omicidio di Stefania Crotti, moglie dell’ex amante. Giorgio Sturlese Tosi, inviato di Quarto Grado, ha seguito da vicino la decisione della Corte di Cassazione e con ogni probabilità questa sera saranno resi noti gli aggiornamenti sul delitto di Gorlago che è arrivato alla sua conclusione. Con la decisione degli ermellini, è diventata definitiva la condanna a carico della Alessandri: 30 anni di carcere con l’accusa di aver ucciso a martellate la rivale in amore Stefania Crotti e tentato di bruciarne i resti.



L’omicidio, come rammenta il Corriere della sera, risale al 17 gennaio 2019. A distanza di due giorni Chiara Alessandri, mamma di tre bambini, fu fermata dai carabinieri con l’accusa di essere la responsabile del delitto. Secondo quanto ricostruito nel corso dei processi, Alessandri era riuscita a convincere un amico ignaro del suo piano diabolico, il quale era riuscito ad agganciare la Crotti fuori dal lavoro, convincendola che il marito le avrebbe voluto fare una sorpresa e invitandola a salire sul suo furgone. Crotti si era fidata tanto da farsi accompagnare con tanto di benda davanti al garage, con Alessandri ad attenderli. Una volta allontanato l’amico e chiusa la saracinesca, aveva messo in atto il suo piano diabolico non lasciando scampo alla donna.



Omicidio Stefania Crotti: Chiara Alessandri condannata in Cassazione a 30 anni

Nella giornata di giovedì, la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal difensore di Chiara Alessandri, l’avvocato Gianfranco Ceci, l’ultima carta dopo la condanna (in abbreviato secondo le vecchie norme che ancora lo consentivano) confermata dalla Corte d’Assise d’Appello. “È la fine di un incubo, ora possiamo tirare un sospiro di sollievo”, ha commentato il marito della vittima., Stefano Del Bello.

Gli investigatori erano riusciti sin da subito a mettersi sulle tracce della Alessandri grazie anche ai numerosi indizi che si era lasciata alle spalle. La donna infatti aveva letteralmente perso la testa dopo la fine della breve relazione extraconiugale avuta col marito di Stefania Crotti. Sebbene infatti Del Bello avesse deciso di porre la parola fine a quella storia e tornare dalla moglie e dalla loro bambina, Chiara Alessandri non aveva mai accettato la sua decisione. La tesi portata avanti dalla difesa della donna condannata in via definitiva è sempre stata la medesima: Alessandri avrebbe cercato un chiarimento con la Crotti ed avrebbe reagito dopo una sua spinta. Presa dal panico dopo averla tramortita, l’avrebbe caricata in auto e abbandonata lungo una strada sterrata in Franciacorta. La donna condannata nega di averle dato fuoco. Secondo le sentenze di primo e secondo grado, tuttavia, Alessandri avrebbe pianificato tutto per vendetta ed agito con “ferocia”, “spietatezza” e “malvagità non comune”.