Sull’omicidio di Stefano Ansaldi, avvenuto lo scorso sabato 19 dicembre intorno alle 18:05 nei pressi della stazione di Milano Centrale, emergono nuove inquietanti rivelazioni da parte degli inquirenti. Se ne parlerà durante la puntata di questa sera, venerdì 8 gennaio, alle 21:25, a “Quarto Grado”, su Rete4, condotta in studio da Gianluigi Nuzzi, con Alessandra Viero. Accanto al corpo del ginecologo di 65 anni, originario di Benevento ma residente a Napoli, è stata ritrovata l’arma del delitto, un coltello da cucina. Su di essa non sono state rilevate impronte digitali, e il dottore al momento del ritrovamento del cadavere indossava dei guanti in lattice (fatto piuttosto comune in questo momento di emergenza sanitaria). Sono diverse le piste seguite dagli inquirenti, anche quella del suicidio. Si sta setacciando anche il passato del dottore, intorno al quale stanno emergendo molte le ombre. Contro di lui ci sarebbe la denuncia di una sua paziente a causa della morte della figlia appena nata. Stanno venendo anche alla luce assegni scomparsi e destinati a paradisi fiscali.



Omicidio di Stefano Ansaldi: sgozzato ma non ci sono tracce del killer

Il corpo di Stefano Ansaldi, ginecologo di 65 originario di Benevento e residente a Napoli, dove operava, è stato trovato senza vita nei pressi della stazione centrale di Milano. Le circostanze del fatto sono ancora avvolte dall’incertezza, ma aumentano i sospetti che sia stato ucciso in maniera premeditata da qualcuno che gli aveva dato appuntamento in via Mauro Macchi. Accanto al suo corpo è stato trovato il coltello da cucina con cui è stato sgozzato intorno alle 18.05, in un sabato in cui Milano era particolarmente affollata a causa dello shopping natalizio. Tanti i dettagli che fanno escludere la pista della rapina: il costoso modello di Rolex che il ladro si sarebbe dimenticato di portare via, la grossa somma di denaro (da consegnare o ricevuta) che l’uomo aveva addosso. Sono solo due i testimoni, due giovani che hanno raccontato di aver udito un gorgoglio sospetto, simile a quello di “una tubatura che perde acqua”, e di aver visto il medico aggrapparsi a un palo e accasciarsi al suolo. Non hanno però visto il killer. Si continua a indagare sui tabulati telefonici del medico.

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