Svolta nel delitto di Tarquinia, caratterizzato dall’omicidio di Dario Angeletti, docente dell’Unitus freddato nel pomeriggio di martedì nella zona delle Saline: stando a quanto scrive il quotidiano “La Repubblica”, Claudio Cesaris avrebbe confessato di essere lui il killer del professore. Queste le parole attribuite a Cesaris dai colleghi: “Sì, sono stato io a sparare”. Così, il gip del tribunale di Civitavecchia ha convalidato il fermo del 68enne accusato dell’uccisione del biologo, trovato morto all’interno della sua Volvo V40 ferma nel parcheggio delle Saline di Tarquinia.



Un vero e proprio via libera nei confronti della misura cautelare dell’arresto in carcere per l’ex dipendente dell’Università di Pavia, trasferitosi nell’area della Tuscia per non perdere di vista la ricercatrice 39enne di cui si era invaghito. Stando alla ricostruzione effettuata dall’accusa, Cesaris nutriva un vero e proprio odio contro Angeletti, il quale era diventato collega della donna. Quest’ultima, infatti, si sarebbe confidata con lui, confidandogli di temere Cesaris, che intanto, in base alle indiscrezioni raccolte da “Il Messaggero”, si troverebbe ancora nel reparto detentivo di Belcolle, in attesa del trasferimento nel penitenziario.



OMICIDIO DI TARQUINIA, CESARIS HA CONFESSATO

È ancora “La Repubblica” a fornire l’identikit di Cesaris, protagonista dell’omicidio di Tarquinia. L’uomo ha un’ex moglie e una figlia a Pavia e, svela un suo vicino di casa, “era sempre solo, molto riservato. L’avrò incontrato quattro o cinque volte per le scale. Salutava con gentilezza, ma di lui non ho mai saputo nulla”. Poi, all’università di Pavia, l’incontro con la 39enne che gli ha fatto perdere la testa, tanto che per starle vicino ha deciso di seguirla in Tuscia.

Dopo la morte di Dario Angeletti, Cesaris è stato fermato dai carabinieri nel suo appartamento, successivamente posto sotto sequestro. Inoltre, durante l’interrogatorio, il 68enne ha accusato un malore ed è stato trasferito all’ospedale di Belcolle, dove è stato sottoposto allo Stub, ovvero al test per sapere se abbia sparato. Non c’è però bisogno di attendere l’esito di questo esame: la confessione ha spazzato ogni possibile dubbio.