Le indagini sull’omicidio di Thomas Bricca, avvenuto la sera del 30 gennaio scorso ad Alatri, stanno andando a rilento, tanto che soltanto nelle scorse ore è stato inserita inserita la prima persona nel registro degli indagati. La famiglia e gli amici della vittima, da parte loro, sono convinti di conoscere le identità dei killer del diciannovenne ucciso con un colpo di pistola, tanto che le stanno denunciando attraverso i social network, con foto e nomi. A parlarne, ai microfoni di Ore 14, è stato il papà Paolo Bricca.
“Ci auguravamo che fosse la svolta per la giustizia, che li avrebbero arrestati. In realtà non c’è stato esito. Io ho visto i sospettati quando stavo andando via, ridevano di gioia perché è andata loro bene. Per questa volta l’hanno fatta franca. Ho detto al padre che ha un figlio disgraziato, che non deve difenderlo perché è colpevole di omicidio. Non ha risposto”, ha affermato l’uomo. La criminologa Roberta Bruzzone ha intanto invitato la famiglia alla calma. “I nomi si sussurrano con sempre più insistenza sul posto e sono stati fatti anche agli inquirenti, ma va preservata la presunzione di innocenza”. (agg. di Chiara Ferrara)
THOMAS BRICCA, SI MUOVONO LE INDAGINI SULL’OMICIDIO
Prima importante svolta per quanto riguarda la morte del povero Thomas Bricca, il 19enne ucciso ad Alatri la sera del 30 gennaio. C’è il nome di un primo indagato, così come si legge sul sito di TgCom24. Negli scorsi giorni sono state eseguite delle maxi perquisizioni per individuare la pistola da cui è partito il colpo che ha freddato il giovane ragazzo e nel contempo lo scooter che i due killer hanno utilizzato per recarsi sulla scena del crimine.
L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Frosinone e al momento vige il massimo riserbo per evitare una fuga di notizie che potrebbe essere solo deleteria ai fini della stessa. Stando a quanto riferisce il Corriere della Sera sarebbero diverse le persone che hanno dichiarato di conoscere i responsabili del delitto, e tutti puntano il dito nei confronti di due fratelli di 22 e 24 anni che nei giorni precedenti l’assassinio avrebbero dato vita ad una rissa con un gruppo di ragazzi di cui faceva parte un 21enne originario del Marocco, quello che sarebbe poi il vero obiettivo, e che ora ha lasciato Alatri.
THOMAS BRICCA, PRIMO NOME SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI: INQUIRENTI SETACCIANO AREA DELLE FRASCHETTE
Nessuno ha comunque potuto vedere in faccia gli assassini in quanto gli stessi avevano il volto coperto dal casco integrali, e gli stessi inoltre sono fuggiti subito dopo aver sparato tre colpi, fra cui quello che ha ucciso Thomas Bricca. Anche le immagini delle videocamere di sorveglianza posizionate in zona non hanno dato dettagli a riguardo, e nelle 48 ore successive l’assassinio, solitamente quelle decisive ai fini delle indagini non hanno portato a nulla di consistente.
Lo scorso 20 febbraio le forze dell’ordine hanno dato vita ad un maxiblitz nella zona delle Fraschette dove si trovano i resti di un campo di internamento di epoca fascista: proprio in quel rudere le forze dell’ordine stanno cercando la pistola utilizzata per uccidere il povero Thomas Bricca, e sono convinti che si tratti di un’arma a tamburo, ipotesi resa credibile dal fatto che non sono stati trovati bossoli sulla scena del delitto.