Ancora violenza ad Alatri, il piccolo comune della provincia di Frosinone dove cinque mesi fa era stato ucciso con un colpo di pistola il 19enne Thomas Bricca. Come riferito dai colleghi del quotidiano Repubblica, attraverso il proprio sito online, negli scorsi giorni si è verificata una nuova rissa nel centro dello stesso paese: a suonarsele, come specifica il quotidiano Repubblica, informazione che non possiamo confermare, il gruppo di Mattia Toson, indagato assieme al padre Roberto per l’omicidio di Thomas Bricca, e gli amici di quest’ultimo, così come era accaduto pochi giorni prima il delitto. Un fatto indecoroso quanto avvenuto in queste ore ad Alatri, alla luce proprio del gravissimo episodio capitato soltanto pochi mesi fa.
Il 19enne si trovava nella zona del comune del frusinate denominata Il Girone, era in compagnia di amici di sera quando ad un certo punto sono giunte due persone su uno scooter, con un casco: una dei due ha estratto la pistola ed ha sparato in direzione dei ragazzi, per poi scappare. Thomas Bricca venne raggiunto alla testa da un colpo che risultò fatale: soccorso in condizioni disperate morì in ospedale poche ore dopo il ricovero. Al momento si sta continuando ad indagare, e la svolta attesa, come sottolinea Repubblica, non è ancora arrivata: i Toson sono indagati a piede libero ma le indagini non hanno ancora chiuso il cerchio.
OMICIDIO THOMAS BRICCA, L’APPELLO DELLO ZIO VIA SOCIAL
L’ultima rissa è avvenuta sabato scorso, 24 giugno, e l’alterco sarebbe nato proprio, come ribadisce Repubblica, per via della presenza di Mattia Toson nella zona dove vi erano gli amici di Thomas: è stato considerato un gesto provocatorio di conseguenza i due gruppi hanno iniziato a insultarsi dopo di che dalle parole sono passate ai fatti.
Sul luogo segnalato si sono recate le forze dell’ordine e i carabinieri hanno identificato quattro giovani. “C’è una situazione di emergenza ad Alatri ingestibile. Qualsiasi cosa succeda vi riterremo direttamente responsabili”, le parole sui social dello zio del 19enne, Lorenzo Sabellico. “I nostri ragazzi sono in pericolo. Ora basta. Intervenga il ministro”.