Le tappe della complessa quanto delicata indagine sull’omicidio del piccolo Tommaso “Tommy” Onofri saranno ripercorse questa sera, nella nuova puntata del programma “Commissari – Sulle tracce del male”. Nella seconda serata di Rai3, Giuseppe Rinaldi insieme al commissario Vincenzo Nicolì torneranno alla sera del 2 marzo 2006, quando la tranquillità di un’intera famiglia fu travolta per sempre da un’ondata di orrore e paura. Teatro dell’immane tragedia familiare è Casalbaroncolo, a pochi minuti da Parma, in un casolare in cui si sta consumando come da tradizione la cena. Attorno al tavolo ci sono papà Paolo Onofri, la moglie Paola Pellinghelli ed i loro due bambini, il primogenito Sebastiano, di 7 anni, ed il piccolo Tommaso, 17 mesi. Mentre va in scena uno dei tradizionali momenti della giornata, all’improvviso va via la luce. Paolo si alza in maniera meccanica per riattivare l’elettricità ma proprio in quel momento due uomini con il volto coperto fanno irruzione nel casolare. Uno punta la pistola alla tempia del piccolo Tommy, l’altro intima agli Onofri di consegnargli il denaro (in tutto 150 euro). Vengono fatti sdraiare tutti a terra e legati con del nastro adesivo prima di darsi alla fuga portando con loro anche Tommy. La rapina era solo un bluff dal momento che il vero obiettivo era quello di rapire il piccolo di casa Onofri.



OMICIDIO TOMMY ONOFRI: IL SEQUESTRO

Il rapimento del piccolo Tommy diviene ben presto un caso di portata nazionale. La famiglia Onofri rivolge vari appelli preoccupata soprattutto per lo stato di salute del piccolo che è epilettico e per questo assume un particolare farmaco con l’uso di una siringa. La paura nei suoi genitori, è sin da subito legata alla fragilità di quel bambino. Intanto le indagini proseguono con diversi dubbi da parte degli inquirenti per via delle modalità in cui è avvenuto il sequestro. La prima pista seguita è quella della presunta estorsione ma gli accertamenti non portano a nulla. Le indagini si concentrano allora sulla vita degli Onofri: spunta un immobile acquistato dal papà di Tommy, Paolo Onofri, nel 2002 ma di cui anche la moglie è all’oscuro. Al suo interno gli inquirenti trovano un pc contenente centinaia tra foto e filmati a sfondo pedopornografico. Tutto finisce con un patteggiamento ma l’immagine del papà del piccolo è irrimediabilmente compromessa. L’attenzione degli inquirenti si sposta allora sugli operai che avevano eseguito dei lavori in casa Onofri e questa volta la pista si rivela quella giusta.



L’ANNUNCIO DELLA MORTE NELL’EDIZIONE STRAORDINARIA DEL TG

In seguito al ritrovamento di una impronta su un frammento di nastro adesivo lasciato la sera del rapimento del piccolo Tommy, Mario Alessi, manovale, viene indagato per falsa testimonianza e concorso in sequestro. Alla fine proprio Alessi confessa di aver rapito il bambino ma si rifiuta di dire dove si trova e fa il nome di un presunto complice, il pregiudicato Salvatore Raimondi al quale appartengono le impronte. Infine Alessi vuota il sacco e confessa: “Non cercatelo più, è morto. È stato ucciso un’ora dopo essere uscito di casa”. La notizia sarà data al Tg ancor prima che la famiglia di Tommy venisse avvertita. “Ero da mia sorella perché casa mia era sotto sequestro. Lei stava ascoltando quell’edizione straordinaria in un’altra stanza, è corsa da me per spegnere la tivù ma non ha fatto in tempo. Quando ho sentito che lo avevano ritrovato morto sono svenuta e poi non ricordo altro, mi hanno imbottita di psicofarmaci e da allora in poi li ho presi per tre anni”, raccontò mamma Paola in una intervista al settimanale Sette. Coinvolta nel sequestro anche la compagna di Alessi, Antonella Conserva. Il piano era quello di chiedere alla famiglia Onofri un riscatto di 5 milioni di lire ma qualcosa andò storto.



I due uomini furono condannati all’ergastolo per l’omicidio del piccolo Tommy mentre la Conserva a 24 anni. Dopo la morte di Paolo Onofri nel gennaio 2014 dopo essere stato colpito da un attacco cardiaco nell’agosto del 2008, Paola e il figlio maggiore sono rimasti nella casa in cui avvenne il sequestro: “Volevo andarmene, ma Seba ha insistito per rimanere e alla fine ho capito che questo è l’unico posto in cui voglio stare e dove mi sento al sicuro, con i miei cani, i miei gatti, il mio giardino. In qualche modo qui c’è anche Tommy e io ci sto bene”, ha commentato la donna a Sette.