Il bimbo che Vanessa Ballan portava in grembo quando è stata uccisa a Riese Pio X (Treviso) era del compagno e non dell’uomo accusato dell’omicidio, Bujar Fandaj. Questo, secondo quanto riporta Il Corriere del Veneto, il risultato del test di paternità disposto contestualmente all’autopsia condotta sul corpo della 26enne assassinata in casa lo scorso 19 dicembre, incinta al terzo mese di gravidanza.
A chiarire il motivo dell’esame era stato il procuratore di Treviso, Marco Martani, che all’indomani del delitto aveva parlato della necessità di “dissipare i dubbi che possa essere figlio dell’indagato“: “È un particolare che nell’indagine ha la sua importanza – aveva precisato ai cronisti – e per questo verrà chiarito. Non siamo ancora in grado di dire se l’indagato sapesse che la vittima era incinta, diciamo che la notizia era uscita dall’ambito strettamente familiare perché, da qualche giorno, Vanessa Ballan era assente dal lavoro per gravidanza a rischio. Quindi, nell’ambito del supermercato, la notizia c’era e poteva essere a conoscenza anche dei clienti“.
Vanessa Ballan, il risultato dell’autopsia e la telefonata di Bujar Fandaj al 112 dopo l’omicidio
L’esame autoptico sul corpo della 27enne Vanessa Ballan, eseguito dal medico legale Antonio Cirnelli su incarico della Procura di Treviso, secondo Ansa avrebbe rivelato che il decesso della 27enne sarebbe subentrato molto rapidamente a seguito dell’emorragia provocata dalle coltellate inferte dopo la brutale aggressione subita nella sua abitazione. La vittima sarebbe stata prima picchiata e poi colpita con diversi fendenti dopo aver opposto un tentativo di difesa.
A inchiodare Bujar Fandaj, kosovaro 41enne, sarebbe stata una serie di elementi rilevati in sede di indagine – come un video che lo riprenderebbe mentre irrompe nell’abitazione della vittima – e una telefonata che l’indagato avrebbe fatto al 112 poco dopo il delitto. Nell’audio, pubblicato da La Tribuna di Treviso, si sente il 41enne parlare con un carabiniere e dire “Quello che non dovevo fare l’ho fatto“. Nel corso della conversazione, il militare sembra cercare di convincerlo a consegnarsi dopo l’omicidio.