È stato archiviato il procedimento per favoreggiamento a carico di Roberto Izzo, il maresciallo che guidò le prime indagini dell’omicidio di Marco Vannini. Lo ha deciso la Procura di Civitavecchia, ma sono ancora molti i punti scuri sulla morte del giovane. Il carabiniere Izzo era stato accusato da un amico di vecchia data, Davide Vannicola, di aver saputo che a sparare a Marco Vannini non fosse stato Antonio Ciontoli, ma il figlio Federico. «Fu sempre Izzo a consigliare ad Antonio Ciontoli di prendersi la colpa al posto di Federico», disse Vannicola a “Le Iene”. E poi aveva raccontato che Antonio Ciontoli avrebbe telefonato a Izzo, dopo lo sparo e prima delle due chiamate ai soccorsi, dicendogli che i suoi familiari «avevano fatto un casino». In seguito alle parole rilasciate a Giulio Golia, inviato de “Le Iene”, i pm di Civitavecchia avevano deciso di aprire un fascicolo, ma ieri è stato archiviato il procedimento. L’ipotesi è che gli inquirenti non abbiano trovato riscontri nelle parole del commerciante di Tolfa, forse le ritengono inattendibili o addirittura giudicano false le sue accuse.
OMICIDIO VANNINI, ARCHIVIATA INDAGINE SU IZZO: “VANNICOLA ACCUSATO DI CALUNNIA”
Dopo questa archiviazione, Davide Vannicola dovrà difendersi ora dall’accusa di calunnia. Lo riporta sul suo sito ufficiale il programma “Le Iene”, che aveva dedicato un intero speciale a Marco Vannini, ucciso con un colpo di pistola il 15 maggio 2015, mentre si trovava a Ladispoli a casa della fidanzata Martina Ciontoli. Per la sua morte è stato condannato in appello il padre Antonio Ciontoli a 5 anni per omicidio colposo. Ma a distanza di quattro anni non tornano molti aspetti della vicenda e non è ancora chiaro cosa sia successo realmente quella notte a casa dei Ciontoli. Lì erano presenti, oltre al capofamiglia Antonio, anche Martina, la fidanzata della vittima, Maria Pezzillo, moglie di Antonio, Federico, fratello di Martina, e la sua fidanzata Viola Giorgini. Solo due giorni fa Davide Vannicola ha consegnato in procura una registrazione audio in cui si parla di un fascicolo per una rapina o estorsione che Antonio Ciontoli avrebbe fatto nei confronti di una prostituta. «Se questo fascicolo su Ciontoli c’è, venga tirato fuori e sia fatta chiarezza, ma non perdiamo di vista il vero obiettivo: vogliamo giustizia per la morte di Marco», il commento della mamma di Marco Vannini.