Dopo aver sfregiato l’ex moglie e ucciso il padre di lei, Marco Manfrinati, ex avvocato divorzista 40enne, ha riso davanti agli agenti che lo stavano portando in carcere e ha rivolto una frase agghiacciante alla ex suocera: “Come sta tuo marito?“. Parole che raccontano parte di una storia sconvolgente iniziata a Varese molto tempo prima dell’omicidio, quando la famiglia delle vittime aveva chiesto aiuto alle autorità per ottenere un divieto di avvicinamento a seguito di reiterate e sempre più preoccupanti minacce. Lavinia Limido, 37 anni, è rimasta gravemente ferita nell’aggressione in un cui suo padre, Fabio Limido, è stato ucciso. Aveva denunciato l’ex per maltrattamenti, una querela di 15 pagine all’esito di una serie di violenze che avrebbe spinto i genitori a cercare di proteggere lei e il suo bambino in tutti i modi, arrivando persino a comprarle una parrucca e a farla vivere in una località segreta sotto stretto controllo di una guardia del corpo per paura che accadesse il peggio.



Per mia figlia avrei fatto questa vita altri 10 anni“, ha raccontato la madre, Marta Criscuolo, a Pomeriggio 5 spiegando di aver sottolineato più volte alla polizia la pericolosità di Manfrinati e la necessità che venisse fermato prima di compiere una strage. “Mi dicevano ‘Signora, stia calma’, ma avevamo detto che era pericoloso“. Durante l’interrogatorio davanti al gip, riporta Ansa, l’indagato avrebbe mantenuto la stessa linea affidando la sua confessione a sei parole pesantissime: “Giustizia è fatta, ora sto bene“. Al giudice per le indagini preliminari, avrebbe raccontato di non essere uscito di casa con l’idea di uccidere la sua ex, ma di aver portato con sé l’arma del delitto, un coltello a serramanico, per difendersi dai familiari che avrebbe descritto come “pericolosi”. Dopo l’arresto avrebbe chiesto di vedere il figlio, sostenendo di aver agito perché gli sarebbe stato impedito di “fare il padre”.



La ricostruzione dell’omicidio di Fabio Limido, massacrato per difendere la figlia dalla furia dell’ex marito

La moglie di Fabio Limido, madre della 37enne aggredita con lui dall’ex Marco Manfrinati a Varese pochi giorni fa, ha ripercorso l’incubo della loro famiglia alle prese con le condotte violente dell’attuale indagato, da tempo denunciato alle autorità per  maltrattamenti. Una storia sfociata in un massacro annunciato, diventato realtà lunedì scorso nel cuore di via Ciro Menotti, dove alcuni testimoni avrebbero assistito a una scena sconvolgente. La prima ad essere aggredita sarebbe stata Lavinia Limido, colta di sorpresa all’uscita dall’ufficio e immediatamente consapevole di trovarsi di fronte al suo ex pronto a ucciderla. “Aiutatemi“, avrebbe gridato prima che suo padre, Fabio, uscisse in suo soccorso.



La ricostruzione dei fatti, riportata dal quotidiano Il Giorno, restituisce una sequenza da film horror. La 37enne sarebbe stata colpita con diverse coltellate e Manfrinati poi sarebbe salito in macchina per tentare la fuga. Avrebbe cercato di investire l’ex suocero prima di scendere e finirlo con la stessa arma, sferrando numerosi fendenti alla schiena e al collo. Poco dopo, la polizia lo avrebbe trovato ancora sporco di sangue, l’espressione incorniciata da un ghigno quasi soddisfatto. “Dopo aver ucciso mio marito – ha raccontato l’ex suocera – rideva“. La versione di Manfrinati in udienza di convalida dell’arresto non ha convinto gli inquirenti: secondo il suo racconto al gip, avrebbe agito per difesa dopo che l’ex suocero lo avrebbe colpito con una mazza da baseball. L’azione omicidiaria smentirebbe inoltre il suo racconto nella parte in cui sostiene di non voler assassinare l’ex moglie: la donna, infatti, sarebbe stata colpita in punti vitali con un’arma che l’indagato sapeva capace di uccidere. Sulla sua posizione grava lo spettro della premeditazione ora al vaglio degli investigatori. Secondo la valutazione del gip, che ha disposto che resti in carcere, sussiste il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Agli atti ci sarebbe anche un video delle telecamere di sorveglianza della zona che potrebbe contenere sequenze chiave per ricostruire la dinamica dei fatti.