Michael Aaron Pang ha confessato di essere responsabile dell’omicidio di Viterbo. Il 22enne sudcoreano con cittadinanza statunitense, arrestato per aver ucciso Norberto Fedeli, da oggi è reo confesso: stamattina in tribunale ha fatto un’ammissione di responsabilità in piena regola. «Chiedo perdono per aver portato via questa vita». L’interrogatorio davanti al gip Savina Poli, che deve decidere sulla convalida dell’arresto e sulla conferma della custodia cautelare in carcere, è durato tre ore e mezzo. «Ci ha spiazzato e commosso», hanno dichiarato gli avvocati Remigio Sicilia e Lilia Ladi, come riportato dal Corriere della Sera. Inoltre, hanno spiegato che l’iniziativa di scusarsi con la famiglia Fedeli e la città di Viterbo non era stata concordata. I legali però non hanno svelato cosa abbia spinto Pang a scagliarsi con violenza sul titolare della boutique “Fedeli Vogue”, ucciso con un colpo di sgabello alla testa. Ha fornito la sua versione agli avvocati, che però non l’hanno resa pubblica. «Abbiamo indagini difensive da fare, persone da ascoltare. È importante che queste testimonianze non siano inquinate in alcun modo, né condizionate da quello che uscirebbe sui giornali».



OMICIDIO VITERBO, PANG CONFESSA “CHIEDO PERDONO”

Gli avvocati di Michael Aaron Pang hanno escluso l’ipotesi della premeditazione e la volontà di rapinare o appropriarsi dei vestiti della boutique senza pagarli. «Anche la finanza sta facendo indagini sulla sua disponibilità economica ma noi sappiamo che poteva pagare». Con l’aiuto di un interprete, oggi hanno appreso che il 22enne voleva entrare in società con una persona che lavora nel quartiere San Faustino, lo stesso dove si trova il negozio della vittima. Voleva aprire un’attività di ristorazione a Vetralla. I legali ora vogliono parlare con i familiari della vittima, ma quando gli viene chiesto se Pang abbia agito per difendersi dichiarano: «Fedeli è stato sempre molto gentile. Poi, però, è successo qualcosa…». Qualcosa che potrebbe aver fatto reagire il ragazzo fino al colpo di sgabello. «Il dubbio che qualcosa possa averlo in qualche modo “deviato” è legittimo». Comunque è ancora presto per dire con certezza se verrà chiesta una perizia psichiatrica: «Valuteremo».

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