Massimo Adriatici, assessore di Voghera della Lega, che martedì sera ha ucciso con la sua pistola il marocchino Youns El Boussettaui, deve restare agli arresti domiciliari. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari di Pavia, Maria Cristina Lapi, decidendo di accogliere le richieste del pubblico ministero Roberto Valli, che chiedeva la conferma della misura cautelare per il pericolo di inquinamento delle prove e per la possibilità di reiterazione del reato. COme riportato dall’Agi, anziché nella propria abitazione, Adriatici sconterà questi arresti domiciliari in un non meglio precisato “luogo segreto”, dove sarebbe stato trasferito in queste ore. A richiedere il trasferimento dell’esponente del Carroccio in una località protetta sono stati, secondo il quotidiano diretto da MArio Sechi, proprio i suoi legali, preoccupati per l’incolumità del loro assistito dopo che sui social è stato indicato il suo indirizzo di casa. (agg. di Dario D’Angelo)
OMICIDIO VOGHERA, LA VERSIONE DI MASSIMO ADRIATICI
Massimo Adriatici, l’assessore della Lega di Voghera che ha sparato e ucciso il 39enne marocchino senza fissa dimora Youns El Boussetaoui nella serata di martedì 20 luglio 2021 in centro città, è stato interrogato per un lasso temporale pari a tre ore da parte del giudice per le indagini preliminari. Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, l’esponente della Giunta comunale avrebbe raccontato di essere stato “vittima di una violenza improvvisa e inaudita”, che l’avrebbe fatto “cadere a terra”, procurandogli “uno stato di confusione“, nel quale non ricorda “di preciso come esattamente sia partito il colpo”.
Adriatici, che da tre giorni è agli arresti domiciliari con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa (misura cautelare che la Procura ha richiesto al gip di confermare, mentre la difesa punta alla revoca del provvedimento, ndr), è “una persona distrutta”, come rivelato dai suoi legali, Colette Gazzaniga e Gabriele Pipicelli, i quali, dialogando con i giornalisti al termine dell’interrogatorio del loro assistito, hanno usato tale espressione per descriverne lo stato d’animo.
OMICIDIO VOGHERA, MASSIMO ADRIATICI: LA TESTIMONIANZA DELL’OPERATORE DI POLIZIA
Tuttavia, come riferito ai cronisti dai due avvocati, Massimo Adriatici non è certo noto per essere l’assessore-sceriffo di Voghera. Si tratterebbe, pertanto, di una leggenda metropolitana germogliata nelle ore successive all’accaduto. “Adriatici – hanno precisato i legali – martedì stava facendo una passeggiata, quando ha notato El Boussetaoui tenere condotte violente, molestare una ragazza all’interno del bar, gettare uno sgabello e lanciare una bottiglia”. A quel punto, l’ex poliziotto avrebbe chiamato prima il 113 e poi la Questura.
L’avvocato Pipicelli ha riferito che “l’operatore di polizia ha sentito che il telefonino a un certo punto è volato via ed è caduto a terra”. Dopodiché, non si conosce la dinamica degli eventi, con l’assessore che avrebbe puntato l’arma da fuoco verso il marocchino: “Un colpo non parte da solo dalla pistola. Io la dinamica – se qualcuno gli ha messo la mano sopra o l’ha spinto – non la so e non ha saputo rispondere nemmeno Adriatici a questo”, ha chiosato il suo legale.