Omicidio Willy Monteiro Duarte: il caso a Un giorno in pretura
Il processo sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte sarà al centro della nuova puntata di Un giorno in pretura di sabato 9 luglio, in onda dalle ore 23.15 su Rai3. L’appuntamento si intitola “Arrivano i Bianchi” e accenderà i riflettori sul processo che si è concluso nei giorni scorsi con due condanne all’ergastolo per un delitto che ha sconvolto doppiamente l’Italia, per via della ferocia degli imputati ma soprattutto per l’assenza di un vero movente. Per il pestaggio mortale a scapito del giovane 21enne, la Corte d’Assise di Frosinone ha ritenuto tutti gli imputati colpevoli.
Willy Monteiro Duarte fu letteralmente ucciso di botte la notte del 6 settembre 2020 a Colleferro, in provincia di Roma. Erano le 3.30 di notte quanto il 21enne si trovava in largo Santa Caterina insieme ad un amico, Samuele Cenciarelli. Per difendere un suo ex compagno di scuola da una rissa, Willy Monteiro Duarte è stato preso a calci e pugni perdendo la vita poco dopo il suo arrivo in pronto soccorso. I carabinieri in tempi molto brevi riuscirono a identificare i quattro aggressori, fermati 25 minuti dopo il pestaggio. A finire in carcere sono stati i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Tutti e quattro finiti a processo, sono stati condannati con pene esemplari.
L’aggressione a Willy Monteiro Duarte, l’arresto e il processo
Le testimonianze dei presenti si sono rivelati importantissime nel fare luce sulle dinamiche dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte: secondo quanto scritto dal gip di Velletri, Giuseppe Boccarrato, nell’ordinanza di custodia cautelare, i fratelli Bianchi giunsero con il Suv nero ed una volta scesi, “quando ormai la lite era finita, iniziavano a picchiare selvaggiamente qualsiasi persona che era presente lì sul posto”. I testimoni riferirono che i due fratelli, esperti di Mma, picchiarono per 50 secondi con colpi a ripetizione Willy Monteiro Duarte. Ai quattro indagati il gip ha contestato l’omicidio volontario, scrivendo in merito: “Gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati, non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy Monteiro Duarte, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima”.
Lo scorso 4 luglio, dopo un lungo processo presso la Corte d’Assise di Frosinone si è giunti all’attesa sentenza. I giudici del primo grado hanno condannato alla pena dell’ergastolo i due fratelli Bianchi e Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, condannati a 23 e 21 anni per omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà e dei futili motivi. I giudici hanno anche disposto una provvisionale di 200mila euro per ciascuno dei genitori della vittima e di 150mila euro alla sorella.
Dopo la sentenza di condannaper l’omicidio di Willy Monteiro Duarte
I fratelli Bianchi, presenti nel gabbiotto in aula, dopo la lettura della sentenza che li ha condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duartesono esplosi in una serie di urla e imprecazioni mentre venivano allontanati dalla polizia penitenziaria. “È stato un processo mediatico che va contro tutti i principi logici. Leggeremo le motivazioni e faremo di sicuro appello”, ha commentato l’avvocato Massimiliano Pica, difensore dei Bianchi. A pensarla diversamente, il legale di parte civile, l’avvocato Massimo Ferrandino che all’Adnkronos ha commentato: “Altro che sentenza mediatica, quella di Willy Monteiro Duarte è il risultato di un solidissimo impianto accusatorio, costruito da tutto l’ufficio del pubblico ministero”.
“Non abbiamo nulla da dire agli assassini di Willy Monteiro Duarte, ma qualcosa oggi l’abbiamo ottenuta. La pena però deve rimanere”, hanno invece commentato gli zii di Willy Monteiro Duarte dopo la sentenza. Nel frattempo i due fratelli Bianchi sono stati separati dopo la condanna all’ergastolo: Gabriele resta nel carcere di Rebibbia. Il fratello minore, Marco è già in via di trasferimento in altra sede. Dopo la condanna dunque, ciascuno sconterà la pena singolarmente.