Nuovo processo d’appello per i fratelli Bianchi e gli altri due imputati coinvolti nell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso il 6 settembre 2020 a Colleferro. Questa è la richiesta del procuratore generale della Cassazione, il quale sollecita l’annullamento della prima sentenza di appello che aveva riconosciuto le attenuanti generiche. È attesa, infatti, la sentenza, ultimo capitolo processuale. La Cassazione deve pronunciarsi sull’accusa di concorso in omicidio a carico dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Per i primi due la pena è stata ridotta in Appello dall’ergastolo a 24 anni di carcere. Nessuna modifica, invece, per gli altri due.
La riduzione della pena per i fratelli di Artena era dovuta al riconoscimento delle attenuanti generiche, che bilanciarono l’aggravante dei futili motivi. Tramite i loro legali vogliono ora derubricare l’omicidio volontario in quello meno grave, preterintenzionale, che ridurrebbe la pena a 18 anni, verosimilmente sui 15. Di parere diverso il sostituto procuratore generale Marco Dall’Olio, secondo cui gli imputati «erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile come quello di Willy».
OMICIDIO WILLY, PG CASSAZIONE CHIEDE DI “RIVALUTARE L’ERGASTOLO”
Se in primo grado i giudici avevano puntato sulla consapevolezza della potenziale portata mortale dei colpi inferti a Willy Monteiro Duarte, morto per i danni irreversibili agli organi interni, in Appello la lettura è stata ridimensionata. Infatti, i giudici hanno spiegato che il pestaggio è durato 40 secondi, quindi era paragonabile a un impeto. Ma oggi la Cassazione può mettere la parola fine. Per il procuratore generale della Cassazione Marco Dall’Olio serve un processo di appello bis che rivaluti, in linea teorica, la possibilità dell‘ergastolo ai fratelli Gabriele e Marco Bianchi.
Quindi, ai giudici della prima sezione penale, come riportato dal Corriere della Sera, chiede di respingere i ricorsi delle difese degli imputati e di accogliere quello della procura generale della corte d’Appello in merito alla mancata motivazione con cui i giudici di secondo grado hanno ridotto la pena ai due fratelli dopo l’ergastolo in primo grado. «La sentenza è monca quando non spiega perché le attenuanti generiche pareggino le aggravanti a carico dei Bianchi e sbaglia nel considerare il dolo eventuale come meno grave del dolo diretto», la spiegazione del pg in merito ai due motivi che hanno portato alla riduzione della pena per i Bianchi.