L’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ragazzo di soli 21 anni ucciso a suon di pugni e calci a Colleferro lo scorso 6 settembre in quanto “colpevole” di avere difeso un suo amico, sta per registrare una svolta: fra poco meno di tre settimane prenderà il via il processo e, come riporta il quotidiano “La Repubblica”, lo scenario attuale potrebbe mutare in maniera davvero rapida. Infatti, è spuntata la denuncia di uno degli imputati per la morte del giovane, Francesco Belleggia, che ha di fatto effettuato una smentita nei confronti dei testimoni amici dei fratelli Bianchi.
In particolare, stando a quanto riferito dai colleghi di Repubblica, Belleggia, da sempre considerato estremamente attendibile da parte degli inquirenti (gli sono stati concessi addirittura gli arresti domiciliari, ndr), avrebbe puntato il dito contro i tre testimoni, ovvero Omar Sahbani, Michele Cerquozzi e Vittorio Tondinelli, i quali hanno puntualmente ribadito di fronte alle forze dell’ordine che sarebbe stato lo stesso Belleggia a “finire” il povero Willy, già tramortito dalle botte ricevute dalle altre persone che hanno preso parte all’aggressione.
OMICIDIO WILLY MONTEIRO: BELLEGGIA CONTRO I TRE TESTIMONI
Relativamente all’omicidio di Willy Monteiro, scrive “La Repubblica”, Francesco Belleggia ha rispedito al mittente ogni accusa rivolta nei suoi confronti, ribadendo come – a suo dire – i tre, sentiti a difesa dei fratelli Bianchi, avrebbero testimoniato il falso di fronte agli inquirenti, incluso il sostituto procuratore Luigi Paoletti. Già, ma cosa hanno raccontato i testimoni alle forze dell’ordine? Cerquozzi ha riferito di avere visto Belleggia “caricare indietro un calcio che poi sferra a qualcosa o qualcuno”, mentre Sahbani avrebbe visto Belleggia “avvicinarsi a Willy e tirargli un calcio con forza al viso”. Accuse forti, indubbiamente, dinnanzi alle quali, tuttavia, il gip Giuseppe Boccarrato (tribunale di Velletri), ha riconosciuto una certa inattendibilità, in quanto (sue testuali parole) “servivano a tentare di assegnare l’esclusiva responsabilità del fatto a Belleggia“. Insomma, un continuo rimbalzo di responsabilità, seppur a senso unico, che non ha affatto convinto chi è incaricato di indagare sulla morte di un giovane ragazzo.