Si torna a parlare dell’omicidio di Yara Gambirasio a Le Iene. Nella puntata di oggi, domenica 7 maggio 2023, di “Inside“, dal titolo “Riflessioni sulla Giustizia“, c’è una ampia analisi sullo stato della giustizia italiana e si affronteranno diversi interrogativi, anche alla luce di alcuni casi giudiziari in cui sarebbero emerse delle storture ed elementi poco chiari. Questo è anche il caso del delitto per il quale è stato condannato all’ergastolo Massimo Bossetti. La morte della 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo), scomparsa e ritrovata cadavere l’11 febbraio 2011, è uno dei casi di cronaca che hanno tenuto e continuano a tenere l’Italia col fiato sospeso, come confermato anche dal libro “Yara, autopsia di un’indagine” scritto dalla criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone insieme alla giornalista Laura Marinaro.



La posizione della Bruzzone, però, è netta: non c’è spazio per le “speculazioni che hanno cercato di intaccare la fondatezza della condanna all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti“. All’Ansa nei giorni scorsi ha spiegato che sulla colpevolezza del muratore di Mapello non ha alcun dubbio: “Eppure, c’è chi, in maniera molto pretestuosa, solleva ancora dubbi sulla sua colpevolezza“. Chi si è interrogato sulla colpevolezza di Massimo Bossetti è APPUNTO il programma Le Iene, soffermandosi sugli aspetti ancora poco chiari di questa vicenda. Quelli che spingono la difesa a lavorare alla revisione del processo, soprattutto dopo che il gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, ha iscritto nel registro degli indagati la pm del caso Yara Gambirasio, Letizia Ruggieri, per frode processuale o depistaggio.



MASSIMO BOSSETTI, DAL DNA AL CAOS REPERTI

La vicenda riguarda la conservazione dei reperti dell’inchiesta che ha portato alla condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti. Il gip di Venezia ha chiesto nuove verifiche sulla conservazione dei 54 reperti con tracce di Dna che rappresentarono l’architrave dell’impianto accusatorio e che nel dicembre 2019 furono spostati dalle celle frigorifere dall’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio corpi di reato di Bergamo. Secondo la difesa, tale spostamento avrebbe interrotto la catena del freddo, deteriorando il materiale biologico e rendendolo inutilizzabile. L’avvocato Claudio Salvagni, infatti, a Cusano Italia Tv ha ricordato che “c’era stato negato di effettuare una perizia laddove i reperti erano presenti e sono stati dichiarati invece del tutto consumati“.



Una vicenda delicata, anche perché se venisse accertata la frode processuale nell’ambito del processo a Massimo Bossetti, per il legale ci sarebbero i presupposti per la revisione, visto che è un caso previsto dal codice. “Prevede che se viene accertato un depistaggio o una frode processuale inerente il processo principale, questo diventa motivo di revisione“, ha dichiarato nelle scorse settimane a “Crimini e Criminologia”. Ma il legale di Massimo Bossetti in questi mesi ha lavorato alla richiesta di revisione del processo, raccogliendo elementi che ritiene “sufficienti“, a prescindere dall’esito dell’inchiesta della procura di Venezia sulla pm e la distruzione dei reperti.

OMICIDIO YARA GAMBIRASIO, PROCESSO FALSATO?

Chi è convinto che il processo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio sia stato falsato è il professor Sergio Novali, insegnante di procedura penale all’università dell’Insubri e consulente della difesa. A Lucca in Diretta nei mesi scorsi ha spiegato che l’indagine sul pm e il ricorso per la revisione del processo sono comunque due vicende parallele. In merito al Dna di Ignoto 1, è sempre stato detto che è uguale a quello di Bossetti, ma i genetisti della difesa non sono d’accordo: “Ma non mi interessa questo, mi interessa che nel processo sia stata negata la possibilità di fare altre analisi sulle 54 provette. Per tre gradi di giudizio nessuno ha ritenuto opportuno alzare la mano, per dire che i reperti biologici c’erano per fare nuove analisi. I tre gradi di giudizio sono stati falsati”. Questo è sufficiente per la richiesta di revisione a detta del consulente.