La quarta ondata non è ancora terminata, ma è già tempo di Omicron 2. Si tratta della variante “sorella” di quella individuata per la prima volta in Sud Africa e che ora è maggioritaria in Italia. Invece nel Nord Europa si è già affacciata la “seconda versione”. In particolare, si sta diffondendo in Danimarca, ma sono stati registrati casi anche in India e nelle Filippine, inoltre è stata trovata in Israele, Australia, Canada, Cina, Singapore e Regno Unito. Gli esperti si dicono sorpresi in quanto è il segno che la velocità di trasmissione della variante Omicron 2 potrebbe essere addirittura superiore a quella della Omicron 1, che di per sé è già molto alta.



Ma è chiaramente presto per fare valutazioni, non ci sono ancora elementi che possano infatti far pensare a una contagiosità differente, ad una capacità maggior di eludere i vaccini o una differente patogenicità, cioè gravità della malattia causata. Già il professor Francois Balloux, direttore dell’University College London Genetics Institute, aveva un avvertimento riguardo la Omicron 2 quando la prima si affacciava in Europa. «Ci sono due lignaggi all’interno di Omicron, BA.1 e BA.2, che sono geneticamente abbastanza differenziati. Possono comportarsi in modo diverso».



“PER ORA OMICRON 2 NON PREOCCUPA”

La variante Omicron che circola in Italia è la BA.2, invece quella che sta prendendo terreno in Danimarca, India e Filippine è la BA.2, di cui secondo il Daily Express sono stati registrati 53 casi nel Regno Unito. Quel che appare strano è che la Omicron 2 non ha avuto una analoga diffusione in Sud Africa, dove anzi è minoritaria. Per quanto riguarda invece le mutazioni espresse, ci sono molti punti in comune, ma anche delle differenze. Gli esperti comunque in linea di massima si aspettano che Omicron 2 abbia una capacità di trasmissione ed elusione dello scudo del vaccino simile alla “sorella”. «La sottovariante di Omicron sta guadagnando terreno, ma non preoccupa», ha dichiarato il professor Anders Fomsgaard, primario e professore dello Statens Serum Institut ai microfoni del quotidiano danese Berlingske. Oltre a sottolineare il fatto che la Danimarca è il paese al mondo che ha registrato il maggior numero di caso di Omicron, ha rilevato come «interessante il fatto che il numero di sottovarianti BA2 stia aumentando, quasi a scapito di BA1».



OMICRON 2 AL 28% DEI CASI IN DANIMARCA

In Danimarca la variante Omicron 2 è passata dalla quota del 2% di casi a oltre un quarto (28%). Non sono però chiare le ragioni di questa progressione. Anche perché, come ha spiegato il professor Anders Fomsgaard al quotidiano di Copenaghen, «non vediamo ancora differenze significative tra le persone infettate da BA2 in termini di età, stato vaccinale, infezioni, malattia o diffusione geografica». Quindi, al momento non ci sono elementi che possano far supporre che «dovrebbe comportarsi in modo diverso dall’altra». Quel che gli esperti danesi stanno cercando di capire è se la variante Omicron 2 sia più resistente ai vaccini rispetto a BA1. «Ma non è qualcosa che attualmente possiamo vedere», ha precisato. In Danimarca, comunque, sono ormai convinti che Omicron causi una malattia meno grave tra vaccinati, con qualche eccezione, e che la sottovariante al momento non cambi lo scenario: a fronte di 23mila casi al giorno (molti considerando che la Danimarca ha un numero di abitanti simile al Lazio) i malati Covid in terapia intensiva sono relativamente pochi, 71 per la precisione, invece nel Lazio – per rendere l’idea – sono 204.