La sottovariante Omicron 5 sta prendendo lentamente il sopravvento in queste settimane in Italia, e chiaro indizio sono i contagi dati in forte aumento da una quindicina di giorni a questa parte. «Non dobbiamo confondere la prudenza con la paura», ha commentato il sottosegretario alla salute, Andrea Costa, parlando con SkyTg24, che ha spiegato che «se l’obiettivo è convivere con il virus allora dobbiamo imparare a convivere con i positivi. Penso che dobbiamo concentrarci più sui sintomatici che non sui positivi. Continuare a cercare i positivi non è la strategia giusta».

Ma come si fa a riconoscere Omicron 5? I sintomi sono più lievi rispetto alle precedenti varianti di covid, ma non siamo ancora a livello di influenza: «È vero, la gran parte della replicazione delle nuove sottovarianti di Omicron come Omicron BA.5 avviene nelle prime vie aeree», quelle superiori, spiega a riguardo Fabrizio Pregliasco parlando con l’Adnkronos, che poi precisa «ma questo virus non si è ancora completamente raffreddorizzato. Ci sono anche casi di polmonite e di polmonite interstiziale» e quindi «non è assolutamente da sottovalutare».

OMICRON 5, PREGLIASCO: “RAFFREDDORE? MESSAGGIO DISTRAENTE”

Secondo il docente di virologia dell’università Statale di Milano, paragonare il covid ad un’influenza o ad un raffreddore è un «messaggio distraente». Stando ad un rapporto pubblicato da Santé Publique France, lo scorso maggio, i nuovi sintomi di Omicron prevedono maggior senso di affaticamento, febbre, tosse e mal di gola rispetto alle precedente sottovarianti. Inoltre, i sintomi durano in media quattro giorni, anche se il riferimento è solamente alle persone vaccinate, quindi già protette dalle forme più gravi del virus.

Di contro, chi non è vaccinato, rischia effetti ben più gravi. Ma tale nuova ondata di contagi rende ancora attuale la questione dell’eliminazione dell’isolamento per i casi asintomatici? «Se l’obiettivo è arrivare a convivenza con il virus -spiega ancora Costa – questo significa anche avere tanti positivi che circolano. Mi riferisco ai positivi asintomatici e vaccinati. Dovremo valutare quale sarà il momento più opportuno, dobbiamo arrivarci gradualmente. D’altra parte – osserva giustamente il sottosegretario alla salute – quando qualcuno prende l’influenza e ha sintomi leggeri non sempre sta a casa».