Contro la variante Omicron i vaccini anti covid sembrano funzionare, un po’ meno gli anticorpi monoclonali. Come sottolineato dal Corriere della Sera, attraverso alcuni test svolti in Germania, solamente uno dei cocktail di anticorpi, il sotrovimab (prodotto tra l’altro in Italia), riesce a contrastare la variante scoperta in Sudafrica. Sembrerebbe funzionare anche il farmaco DZIF-10c, ma al momento è ancora in fase di sperimentazione, di conseguenza bisognerà attendere alcune settimane prima di un’eventuale immissione in circolo.



«L’attività neutralizzante di diversi anticorpi monoclonali è fortemente influenzata dalla variante Omicron e questo limiterà le opzioni di trattamento», sono le parole dei ricercatori tedeschi riferendosi alle terapie anti covid sviluppate da Eli Lilly e Regeneron, così come fatto sapere anche da un gruppo di ricercatori di Geottingen, che ha quindi certificato la non efficacia dei monoclonali. Di conseguenza il quotidiano di via Solferino si domanda: “Quali altri armi abbiamo ancora a disposizione contro Omicron?”.



VARIANTE OMICRON, GLI ANTICORPI MONOCLONALI NON FUNZIONANO: MA STA ARRIVANDO LA PILLOLA DELLA PFIZER

Buone nuove arrivano in tal senso dalla pillola antivirale firmata Pfizer, il farmaco Paxlovid, che ha ricevuto il parere positivo dell’Ema, ultimo step prima dell’immissione in commercio. Stando a quanto fatto sapere dall’azienda farmaceutica americana, sembra che il farmaco possa funzionare anche contro Omicron, così come emerso da test di laboratorio. Il forte vantaggio di Paxlovid, ovviamente, sta nella sua somministrazione, essendo per via orale, quindi somministrabile anche a domicilio. Inoltre, è un farmaco creato appositamente per il covid, e non invece un medicinale già in circolo e riproposto.



La terapia consiste in due farmaci da assumere per cinque giorni, precisamente due compresse da 150 milligrammi di Paxovid, da prendere due volte al giorno, e una da 100 milligrammi di Ritonavir una volta al giorno. Quest’ultimo è un “inibitore della proteasi virale utilizzato per l’HIV – scrive il Corriere della Sera – ma che viene utilizzato in questo caso per aumentare i livelli ematici di Paxlovid, senza alcun effetto antivirale”. In totale si tratta quindi di 25 pillole da assumere in meno di una settimana. Deludenti invece i dati aggiornati riguardanti la pillola anti Covid di Merck, efficace al 30 per cento nel ridurre le ospedalizzazioni e dei decessi, dato in calo rispetto al 50 per cento annunciato ad ottobre. Vi sono inoltre timori circa la possibili di mutare cellule umane, e dubbi anche sulla sicurezza in gravidanza.