La variante del covid Omicron continua a “moltiplicarsi” e nelle ultime ore sono comparse altre due “sorelle” dello stesso ceppo. Ad annunciarlo è stata l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, che a riguardo ha spiegato: “Un piccolo numero di sequenze BA.4 e BA.5 è stato rilevato in alcuni Paesi”, le parole riportate nell’ultimo bollettino settimanale sull’andamento di Covid-19 nel mondo. Sia Omicron 4 che Omicron 5, aggiunge l’Oms “hanno ulteriori mutazioni (S:L452R e S:F486V) nella regione di Spike” di Sars-CoV-2, che è quella che il virus utilizza per “agganciare” le sue cellule bersaglio, nonché “mutazioni uniche al di fuori di Spike”. E “le mutazioni S:L452R e S:F486V – si legge nel report – sono associate a potenziali caratteristiche di fuga immunitaria”.



L’organizzazione mondiale della sanità aggiunge inoltre che “la maggioranza delle sequenze Omicron BA.4 e BA.5 presentano la cosiddetta delezione 69-70″, che è “in gran parte non presente nelle sequenze BA.2” e quindi “può rivelarsi utile ai fini della sorveglianza in un contesto in cui BA.2 è dominante”. A riguardo viene specificato che Omicron 2 ha ormai soppiantato tutte le precedenti varianti essendo presente nel “99,2% delle sequenze caricate sulla piattaforma Gisaid negli ultimi 30 giorni”.



OMICRON 4 E 5, L’ULTIMO ALLARME DELL’OMS: “CONTINUARE LA SORVEGLIANZA”

L’agenzia con sede a Ginevra ci tiene a far sapere che “sta lavorando con gli scienziati per valutare ulteriormente le caratteristiche” di queste sottovarianti “e le loro implicazioni sulla salute pubblica”. L’organizzazione mondiale della sanità raccomanda quindi ai vari Paesi di non abbassare la guardia, ed anzi di “continuare la sorveglianza”, con una “rapida condivisione dei dati sui database pubblici disponibili”.

Ancora una volta arriva la conferma di come il covid stia circolando fortemente fra di noi, e che la pandemia è tutt’altro che terminata. In Italia lo Stato di emergenza si è concluso lo scorso 31 marzo ma gli addetti ai lavori hanno sempre raccomandato di continuare ad agire con le classiche misure di prevenzione come il distanziamento, la mascherina nei luoghi chiusi e quando vi sono affollamenti, nonché il lavarsi spesso le mani.