Giungono nuovi dati in merito al vaccino anti covid, e alla protezione contro la variante Omicron, quella attualmente in circolazione. Si tratta di nuovi numeri che per certi versi fanno un po’ preoccupare in quanto, così come si legge sull’edizione online del quotidiano La Stampa, dopo circa due mesi dal booster, la protezione sull’ultima variante del covid inizia a diminuire. Sia chiaro, non si tratta di un calo repentino, ma lentamente e con costanza l’efficacia del vaccino decresce giorno dopo giorno passati i primi due mesi dalla somministrazione.
A sostenerlo sono i ricercatori dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, che hanno esaminato più di un milione di persone infettate dalla variante Delta o da Omicron nel Regno Unito, fra il 27 novembre dell’anno scorso e il 12 gennaio di quest’anno, il periodo più caldo per la variante Omicron. I ricercatori hanno cercato di capire se le persone avessero sviluppato una malattia lieve ma non se fossero ricoverate o meno, e i risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista The New England Journal of Medicine, hanno confermato che la dose di richiamo aumentava in maniera importante la protezione contro lo sviluppo anche di malattie lievi da parte della variante Omicron.
OMICRON, EFFICACIA VACCINO BOOSTER PIU’ ELEVATA IN CASO DI COMBINAZIONE PFIZER/MODERNA
Le due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech sono risultate efficaci solo per l’8.8 per cento contro la variante Omicron dopo un lasso di tempo dalle 25 settimane in su. Con una terza dose di richiamo, il cosiddetto booster, lo stesso vaccino aumentava invece la protezione fino al 67.2 per cento, un valore che però è risultato scemare, come detto sopra, dopo dieci settimane o più dalla data dell’inoculazione, portandosi a quota 45.7 per cento.
Lo studio sottolinea come risulti più efficace la vaccinazione eterologa Pfizer/Moderna: un richiamo di Moderna a coloro che avevano ricevuto le prime due dosi di Pfizer ha infatti avuto un’efficacia del 73.9 per cento contro la malattia lieve di Omicron dopo due o quattro settimane, valore che è poi sceso al 64.4 per cento dopo cinque/nove settimane.