Roberto Speranza, ministro della Salute, ha parlato ai microfoni della trasmissione televisiva di Rai 3 “Che Tempo Che Fa”, tracciando un bilancio relativo alla diffusione della variante Omicron in Italia, dove non risulta essere ancora presente “in modo significativo”. Il componente dell’esecutivo Draghi ha sottolineato che il nostro Paese ha un margine di vantaggio su tale mutazione e deve difenderlo strenuamente e a qualsiasi costo: “C’è una situazione non semplice a livello italiano ed europeo, anche se i nostri contagi quotidiani sono un terzo rispetto a quelli della Gran Bretagna e circa la metà rispetto a quelli di Francia e Germania. La crescita è stata però costante e significativa nelle ultime settimane: se continua così può rischiare di mettere in difficoltà le nostre strutture sanitarie“.



In relazione alla variante, Speranza ha annunciato quindi che sarà eseguita una riflessione con gli scienziati e la comunità scientifica per valutare la congruità delle misure attualmente in essere in Italia: “Omicron non è ancora significativamente diffusa, domani faremo un’ulteriore verifica della situazione delle varianti nel nostro Stato. Vedremo come evolve la curva e giovedì avremo la cabina di regia”.



SPERANZA: “OMICRON? TERZA DOSE FONDAMENTALE, MA NON SOLO”

A “Che Tempo Che Fa”, Roberto Speranza ha ricordato ai telespettatori come la conoscenza della variante Omicron sia presente nel nostro database scientifico da poche settimane e i primi dati rivelano che la terza dose di vaccino consente di avere un livello di protezione significativo: “Rispetto ad altri Paesi abbiamo un vantaggio e dobbiamo provare a conservarlo. Anche 10 giorni in più, al ritmo di 450-470mila dosi, significano circa 5 milioni di richiami”.

Poi, un appello agli italiani: “Bisogna tenere altissimo il livello di attenzione e chiediamo uno sforzo in più ai cittadini nel rispettare le misure, dalle mascherine all’evitare gli assembramenti. Chiedo con forza di fare il possibile, abbiamo bisogno dello sforzo di tutti”. Infine, una battuta sull’obbligo vaccinale agli studenti: “Il governo su quest’aspetto è stato più prudente perché c’è un diritto essenziale, che è quello all’istruzione. Ho letto la richiesta dei sindaci che merita di essere approfondita, ma lo sforzo del governo è trovare condizioni per tutelare il più possibile la scuola”.