«C’è il mio invito a tutte le forze politiche perché possano convergere su una legge contro l’omofobia che punti anche a una robusta azione di formazione culturale: la violenza è un problema culturale e una responsabilità sociale»: così ha scritto oggi sui social il Premier Giuseppe Conte nel celebrare la Giornata Mondiale contro l’Omofobia, citando il messaggio scritto per l’occasione dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La ricorrenza del 17 maggio è stata scelta, in ambito internazionale, per promuovere il contrasto alle discriminazioni, la lotta ai pregiudizi e la promozione della conoscenza riguardo a tutti quei fenomeni che, per mezzo dell’omofobia, della transfobia e della bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana. Le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana che trovano, invece, specifica tutela nella nostra Costituzione e nell’ordinamento internazionale», scrive il Capo dello Stato con focus su tutte le discriminazioni di genere, dall’omofobia alla transofobia fino alla bifobia. Secondo Conte invece tali discriminazioni «sono contrarie alla Costituzione perché calpestano il valore fondamentale della dignità della persona e il principio di uguaglianza e si alimentano di pregiudizi che celano arretratezza culturale».
LEGGE OMOFOBIA, LE “PRESSIONI” DI MATTARELLA E NAPOLITANO
«Operare per una società libera e matura, basata sul rispetto dei diritti e sulla valorizzazione delle persone, significa non permettere che la propria identità o l’orientamento sessuale siano motivo di aggressione, stigmatizzazione, trattamenti pregiudizievoli, derisioni nonché di discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale», conclude il messaggio di Mattarella che spinge ancora una volta affinché il Parlamento prenda una decisione integrale e univoca sul tema. Di contro, come scrive oggi sul Fatto Quotidiano il giornalista Carlo Troilo nella rubrica “Diritti” si intensifica la “richiesta” del Quirinale anche per un altro tema molto scottante e con piena divisione nazionale, l’eutanasia: con l’Associazione Coscioni, l’editorialista ricorda di aver scritto a Napolitano nel 2017 una lettera aperta per chiedergli di intercedere in merito ad decisioni da prendere in Parlamento per una legge su testamento biologico ed eutanasia, «lui aveva definito quel confronto di idee e di legge ineludibile».
Ebbene, lo stesso Troilo poi aggiunge «Nei mesi scorsi, i dirigenti della Associazione hanno scritto al Presidente Sergio Mattarella facendo presente il fatto che questo rifiuto di discutere, dopo sei anni dal deposito, una legge di iniziativa popolare e la non lontana fine della Legislatura vanificherebbero gli oltre sei anni trascorsi dal deposito della “nostra” legge». Risultato però è che Mattarella non ha risposto direttamente alla Associazione Coscioni bensì «gli uffici del Quirinale hanno fatto sapere ai dirigenti della Associazione che il Capo dello Stato ha trasmesso la loro lettera, per competenza, al ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Al quale, d’ora in avanti, non mancheranno né il nostro appoggio né la nostra pressante sollecitazione».
https://twitter.com/GiuseppeConteIT/status/1261965878377267202?ref_src=twsrc%5Etfw