Bufera su Khalid Salman, l’ambasciatore dei Mondiali di calcio in Qatar che ha definito l’omosessualità “una malattia mentale. Dichiarazione choc che Salman, ex calciatore, ha rilasciato durante un’intervista all’emittente tedesca Zdf, che sarà mandata in onda questa sera all’interno del documentario ‘Qatar segreto’. Khalid Salman ha dichiarato che “durante i mondiali di calcio arriveranno molte cose nel nostro Paese. Parliamo dei gay. La cosa più importante è la seguente: accetteremo tutti coloro che verranno nel nostro Paese. Ma loro dovranno accettare le nostre regole”.



Nel corso dell’intervista alla tv tedesca, Khalid Salman ha affermato chiaramente che “essere gay è haram (peccato, qualcosa di proibito nell’Islam, ndr) ed è una malattia mentale”. Un’affermazione che ha provocato un’ondata di indignazione e, come primo effetto, ha provocato l’interruzione dell’intervista da parte del portavoce del Comitato organizzatore dei Mondiali. I tifosi in tutta la Germania hanno già chiesto che il boicottaggio della competizione, lanciando il loro appello negli stadi nella giornata di sabato scorso. E altri Paesi potrebbero adottare iniziative simili.



Mondiali di calcio in Qatar, la reazione degli altri Paesi al paragone tra omosessualità e malattia mentale

Dopo le dichiarazioni choc dell’ambasciatore dei Mondiali di calcio in Qatar, che ha paragonato l’omosessualità a una malattia mentale, i capitani di alcune squadre hanno annunciato l’intenzione di indossare bracciali arcobaleno con la scritta “one love”. Oltre alla Germania, questa iniziativa contro la discriminazione è già stata raccolta da Francia e Inghilterra. Il Ministro dell’Interno tedesco Nancy Faeser, recatosi in Qatar durante la scorsa settimana, ha richiesto al primo ministro del Paese una “garanzia di sicurezza” per le persone Lgbtq+ che si recheranno ad assistere ai Mondiali.



Il Qatar vieta e punisce con estrema severità l’omosessualità, che può comportare sette anni di reclusione per chi viene accusato di avere un orientamento sessuale diverso. Ma non è l’unica criticità che la comunità internazionale riconosce al Qatar: si va dalla condizione dei diritti delle donne e della comunità arcobaleno fino ai diritti dei lavoratori stranieri. Il governo tedesco, tramite la stessa ministra Faeser, aveva definito “molto complicato” il fatto che fosse il Qatar a ospitare i Mondiali di calcio. Un’affermazione che aveva indotto Doha a convocare l’ambasciatore di Berlino.