L’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità, attraverso la sua sede europea, ha annunciato nella giornata di ieri, la decisione di chiudere l’ufficio della di Mosca, trasferendo tutte le funzioni in Danimarca. Lo ha riportato nella giornata di ieri l’Ansa, l’agenzia di stampa italiana, attraverso il suo sito online, citando la stessa Oms. La decisione è stata presa durante una sessione virtuale e giunge a seguito delle richieste da parte dei membri che già da tempo aveva chiesto la chiusura dell’ufficio moscovita, una volta scoppiato il conflitto in Ucraina più di un anno fa.



La sessione, ha fatto sapere anche l’Ansa, è stata convocata dopo che un gruppo di 30 Stati membri aveva richiesto lo scorso mese di aprile una riunione speciale attraverso una lettera in cui si segnalava che “gli impatti immediati e a lungo termine sulla salute in Ucraina e oltre” causati dall’invasione russa restano “un questione di massima preoccupazione”. Sempre l’Organizzazione mondiale della sanità nella giornata di ieri si è espressa sulla poliomielite, sottolineando l’alto rischio di diffusione del virus. Ha infatti fatto sapere che, nonostante i “progressi riportati”, “il rischio di diffusione internazionale del poliovirus rimane ancora un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”, così come spiegato precisamente dal Comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in occasione del 35esimo incontro dedicato alla stessa malattia, raccomandando inoltre l’estensione delle raccomandazioni temporanee per altri tre mesi.



OMS, CHIUSO L’UFFICIO A MOSCA E FATTO IL PUNTO SULLA POLIOMIELITE

Nel corso dell’incontro lo stesso comitato ha esaminato i dati con “l’obiettivo globale di eradicazione del poliovirus selvaggio e cessazione delle epidemie di poliovirus circolanti derivati da vaccino entro la fine del 2023”, così come si legge sulla dichiarazione.

Lo scorso febbraio in Pakistan è stato individuato un nuovo caso di poliovirus selvaggio, precisamente nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, e si è trattato del primo caso dal 15 settembre 2022. In Afghanistan e in Africa Meridionale, invece, non sono stati segnalati nuovi casi nel corso di quest’anno.