Non torna tutto, anzi torna ben poco di come si sia originato il Covid-19 in quel di Wuhan: dopo che il Governo comunista della Cina ha vietato per quasi un anno le indagini sul proprio suolo, le recenti missioni dell’OMS autorizzate da Pechino (conclusesi il 9 febbraio scorso) hanno evidenziato che il coronavirus circolava già ampiamente nel dicembre 2019.
In maniera assai più diffusa di quanto la Cina abbia mai ammesso in quel mese: a parlare è l’investigatore capo della missione OMS, Peter Ben Embarek, che in un’intervista alla Cnn ha rivelato che il team dell’Organizzazione ha trovato segni della più ampia circolazione del virus, stabilendo per la prima volta che già nel mese di dicembre a Wuhan erano presenti più di dieci ceppi. Non solo, hanno poi parlato con il primo paziente che secondo la Cina sarebbe stato contagiato – l’8 dicembre 2019 – e avrebbe spiegato agli investigatori che non aveva alle spalle alcun viaggio degno di nota.
WUHAN, LA DENUNCIA DEGLI USA
Rientrato poi in Svizzera dalla missione a Wuhan, sempre Embarek alla CNN spiega «il virus circolava ampiamente a Wuhan a dicembre, il che rappresenta una nuova scoperta». La notizia si aggiunge alla durissima denuncia dell’Amministrazione Joe Biden che ieri aveva espresso le «profonde preoccupazioni degli Usa per i risultati comunicati dalla missione dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità a Wuhan». Gli esperti OMS hanno infatti spiegato che l’origine del Covid, seppur non sia da escludere l’eventualità di un laboratorio locale, siano maggiormente ritenuti originati da prodotti ittici congelati: il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha però obiettato che i delegati OMS possano essere stati «costretti dalle autorità cinesi a manipolare i dati e non abbiano avuto accesso alle informazioni necessarie».
Infine, sempre il diretto membro dell’Amministrazione Biden, ha aggiunto di ritenere fondamentale che il rapporto sulle indagini Covid sia indipendente e libero «da alterazioni operate dal governo cinese al quale chiediamo di rendere disponibili i dati relativi ai primi giorni del contagio». Dopo l’intervista alla CNN è lo stesso Embarek a richiedere comunque a Pechino più dati e documenti sui casi iniziali di Covid-19 a Wuhan: «Vogliamo più dati, abbiamo chiesto più dati perché Pechino si è rifiutata di fornire alcuni dati-chiave», accusa il capo missione di fatto “sconfessando” il suo diretto responsabile OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus che invece aveva parlato di missione Wuhan «con importanti informazioni raggiunte».