L’Italia non aveva un piano pandemico prima dell’esplosione dell’epidemia di coronavirus. Questo lo sapevamo già, infatti a lungo si è discusso sull’impreparazione del nostro Paese a livello organizzativo e materiale. Quel che però non sapevamo è che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che tanto ci ha lodati negli ultimi mesi per la risposta al Covid, in realtà in un dossier aveva espresso tutte le sue critiche sulla gestione italiana. Il problema è che questo studio è stato censurato: il documento, infatti, è stato ritirato. In altre parole, il dossier Oms è sparito. A segnalarlo è Report, che ha realizzato un’inchiesta in merito andata in onda ieri su Rai3. Ma il programma ha anche ricostruito la storia del piano nazionale del Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute, che si è rivelato solo un’analisi degli scenari senza veri obiettivi gestionali. Quel piano, arrivato peraltro in ritardo, poteva essere utile, se realizzato con tutti i crismi del caso, ed evitare migliaia di morti. Secondo le stime elaborate dal Generale Pier Paolo Lunelli, che sono depositate al Tribunale di Bergamo, si sarebbero potuti evitare almeno 10mila morti.
SPARITO IL DOSSIER OMS CON CRITICHE ALL’ITALIA
Perché il rapporto dell’Oms in cui si evidenzia l’impreparazione dell’Italia è stato censurato? Un ruolo potrebbe averlo avuto Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms, secondo il programma. Ma andiamo con ordine. L’Italia non aveva un piano pandemico aggiornato al 2020. Per questo motivo la risposta al Covid è stata improvvisata e confusa, oltre che inadeguata. Lo evidenzia “Una sfida senza precedenti, la prima risposta dell’Italia al Covid”, il rapporto realizzato da una decina di ricercatori del distaccamento dell’Oms in un palazzo storico di Venezia e firmato dal direttore regionale dell’Oms per l’Europa Hans Kluge. Quel rapporto però dopo 24 ore è sparito. In quel documento veniva scattata una fotografia impietosa dell’Italia: medici e infermieri si sono contagiati per l’assenza di dispositivi di protezione, ci sono stati grandi ritardi sui tempi di reazione delle autorità sanitarie, con una guida arrivata solo in un secondo momento. Ma avere un piano pandemico aggiornato è obbligatorio, peccato che il nostro Paese ne avesse uno del 2006.
“ITALIA RIFLETTA SU RISPOSTA ALL’EPIDEMIA”
«L’Italia ha uno dei sistemi sanitari più forti, ma quando il Covid-19 è arrivato alle sue porte, il sistema italiano ha sfiorato il collasso. E questo ha creato il panico nel mondo. Al termine della prima fase ed entrando in una fase di transizione verso la cosiddetta normalità, è tempo che l’Italia rifletta sulla sua riposta». Questo il commento di Hans Kluge nel rapporto. Stefanai Salmaso, ex direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, a Report ha spiegato: «Ho visto questo report, mi è sembrato fatto bene, è molto interessante. Una descrizione quasi in tempo reale, cosa che raramente succede con i documenti scientifici. Descrive letteralmente quello che è successo». A denunciare la scomparsa di quel rapporto Luca Fusco, presidente del Comitato “Noi denunceremo” che assiste le famiglie delle vittime del Covid-19.
IL RUOLO DI RANIERI GUERRA
Ma chi doveva occuparsene? Il compito di aggiornare il piano pandemico spettava al Dipartimento Prevenzione del ministero. Tra il 2014 e il 2017 a guidarlo c’era proprio Ranieri Guerra. Questi a inizio marzo era stato inviato a Roma da Tedros Adhamon Ghebreyesus, direttore generale Oms, in supporto al Governo contro l’emergenza Covid. Peccato che proprio lui, secondo quanto evidenziato da Report, dovesse aggiornare il piano pandemico, fondamentale anche per fare stock di mascherine e altri Dpi. «Ancora questa storia? E vabbè. Andate avanti così. L’obbligo era di avere un piano. Il piano c’era?», si è limitato a dire Ranieri Guerra, incalzato dalle domande del programma, a cui ha suggerito di rivolgersi al Governo per avere risposte.
IL MISTERO DEL PIANO PANDEMICO ITALIANO
Sigfrido Ranucci ha poi mostrato lo studio realizzato dal ricercatore Stefano Merler della Fondazione Kessler, che aveva informato a febbraio l’Istituto superiore di sanità (Iss) riguardo gli scenari di rischio per l’Italia. Il Comitato tecnico scientifico ha aspettato una settimana per cominciare a valutarlo e quindi ha chiesto ad un gruppo di lavoro di scrivere un piano di risposta, arrivato però solo a marzo, quindi quando ormai l’Italia era nel pieno della pandemia. Per questo quel piano è stato declassato a scenario ed è stato posto il segreto di Stato, quindi ne viene negata l’esistenza. Quando poi è stato preparato un piano, era stato ormai sorpassato dalla realtà.
Il conduttore poi rivelato che la Guardia di Finanza pochi giorni fa ha eseguito una copia conforme del materiale contenuto sui pc di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, da febbraio a giugno. Quindi, potrebbero esserci delle responsabilità nei ritardi dell’attuazione del piano contro le pandemie. Clicca qui per il video dell’inchiesta di Report.