L’origine del Covid-19 è «estremamente improbabile» che provenga da una fuga/incidente nel laboratorio di Wuhan: è questo la conclusione a cui è giunto lo studio di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dopo la spedizione in Cina concluso lo scorso 14 febbraio. Se però resta altamente improbabile la trasmissione del coronavirus fuori da Wuhan con una “fuga di laboratorio”, di contro è invece ritenuto come assai probabile la trasmissione da animale a uomo, con la tesi del “pipistrello” che resta ancora quella principale.



È stata l’agenzia Associated Press ad anticipare i risultati inseriti nella bozza ancora da approvare del rapporto OMS: conclusioni che provengono dalla missione in Cina decisamente attesi che non risolvono del tutto ogni chiarezza sull’origine del Covid, specie dopo le polemiche nelle scorse settimane per la presunta manipolazione dei dati avvenuta dai commissari cinesi, con tanto di parziale nuova inchiesta valutata dal team dell’Organizzazione.



LA BOZZA DEL RAPPORTO OMS

Gli esperti – come riporta AP dopo le anticipazioni fornite da «un diplomatico anonimo di stanza a Ginevra» – hanno valutato come «probabile la diffusione dai pipistrelli all’uomo» e hanno affermato che la diffusione attraverso i prodotti alimentari legati alla “catena del freddo” «era possibile ma non probabile». Il ‘parente’ più prossimo del virus che causa effettivamente il Covid-19 è stato trovato nei pipistrelli, che sono noti alla scienza per trasportare i coronavirus: di contro, «la distanza evolutiva tra il pipistrello ed il virus del Sars-CoV-2 è stimata in diversi decenni, suggerendo un collegamento mancante», tanto che si studiano ancora su eventuali “passaggi” su altri tipi di animale (tassi, conigli, visoni etc.).



Insomma, non tutto è chiaro, anzi potremmo dire ancora quasi nulla: il rapporto OMS infatti si basa in gran parte sulla visita recente in Cina, un anno dopo lo scoppio della pandemia (per il mancato nulla osta durato mesi dal Governo di Pechino, ndr) ma dovrà essere migliorato e concluso nei prossimi mesi. Gli specialisti hanno però avuto difficoltà a lavorare in maniera libera e autonoma durante il loro soggiorno di 4 settimane in Cina per indagare sull’origine del coronavirus, questo dunque non promette una piena chiarezza anche per il prossimo futuro. «Al momento non è possibile trarre alcuna conclusione definitiva sul ruolo del mercato di Huanan nell’origine dell’epidemia o su come l’infezione sia stata introdotta nel mercato», afferma infine la bozza del rapporto citato dall’agenzia.