L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), agenzia delle Nazioni Unite specializzata in questioni sanitarie, vede iscritte nel proprio budget anche spese per l’aborto e la contraccezione. Nel 2022-2023 il Dipartimento ricerche sulla salute sessuale e riproduttiva ha avviato un programma speciale di sviluppo, ricerca e training sulla riproduzione umana gestito dall’Oms stessa assieme al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, al Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, all’Unicef e alla Banca Mondiale. 



Nel prospetto si legge che l’Oms destina annualmente più di 12 milioni di dollari, pari all’11 per cento del proprio tesoro a disposizione, all’aborto sicuro. L’agenzia dell’ONU punta milioni e milioni delle proprie casse, alimentate dagli Stati membri, all’interruzione volontaria della gravidanza. Una scelta di budget che Libero critica fortemente, così come quella relativa alla contraccezione, chiamata nel bilancio “pianificazione familiare”. In questo caso, l’8% del budget viene destinato proprio alla contraccezione: parliamo di quasi 9 milioni di dollari. 



Fondi anti-nascite?

Commentando il bilancio dell’Oms, Libero parla di una scelta per “prevenire le nascite”, in Occidente già esigue. “Un budget faraonico come quello denunciato garantisce aborto e contraccezione a chiunque ne faccia semplice richiesta”, si legge sulle pagine del quotidiano. “La stessa Oms fornisce la cifra shock di 56 milioni di aborti all’anno, più l’incalcolabilità delle nascite impedite. È una ecatombe, tanto più odiosa quanto più consumata a danno degli esseri più indifesi di tutti da chi ne dovrebbe in- vece garantire incolumità, salute, benessere e sviluppo”, prosegue l’articolo.



Dunque, un quinto dei propri tesori sono spesi “contro la vita”, mentre l’Oms riserva il 15 per cento di quello stesso budget per la salute delle mamme in gravidanza. “Ma a capo dell’Oms resiste quel Tedros Adhanom Ghebreyesus che ancora non ce l’ha raccontata tutta sui clamorosi e indecenti ritardi con cui la sua Oms dichiarò la pandemia da Covid-19, facendo un grandissimo regalo, di sostanza e di propaganda, alla Cina. Quel Ghebreyesus che invece la sa lunghissima su come il suo Paese, l’Etiopia, si sia legato indecorosamente, per dire il meno, alla «Nuova Via della Seta» del comunismo cinese, contribuendo all’opera di neo-colonizzazione brutale che Pechino sta da lungo tempo praticando con spocchia e alterigia in Africa”, conclude Libero.