Il peggio non è ancora passato, la pandemia Covid non è conclusa. A chiedere maggiore attenzione è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, mentre in tutta Europa risalgono i contagi, mette in guardia dall’arrivo di nuove varianti, ancor più pericolose di quelle che stanno circolando, a partire dalla variante Delta. «La pandemia non è affatto finita, continua a costituire un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale», ha dichiarato il professor Didier Houssin, presidente del comitato di emergenza COVID-19 dell’Oms. Ne ha parlato durante l’ultimo briefing a Genova riguardo la situazione pandemica. Durante l’incontro, il comitato di emergenza dell’Oms ha avvertito riguardo «la forte probabilità dell’emergere e della diffusione globale di nuove e forse più pericolose varianti preoccupanti che potrebbero essere ancora più difficili da controllare». Non manca un attacco ai governi da parte dell’Oms: «Stanno prendendo decisioni sempre più divergenti rivolte ad affrontare bisogni nazionali ristretti, e questo inibisce un approccio armonizzato alla risposta globale».
«Ci aspettiamo che la variante Delta diventi il ceppo dominante che circola in tutto il mondo, se non lo è già, ma è fortemente probabile che emergano nuove e forse più pericolose varianti che potrebbero essere ancora più difficili da controllare», ha proseguito Tedros Adhanom Ghebreyesus, capo dell’Oms.
“VARIANTI COVID STANNO VINCENDO CORSA CONTRO VACCINI”
Queste nuove dichiarazioni fanno eco all’invito alla prudenza lanciato la scorsa settimana dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità. I vertici avevano infatti chiesto ai governi di agire con cautela riguardo la revoca delle restrizioni anti Covid. «Le varianti del coronavirus stanno vincendo la corsa contro i vaccini a causa dell’iniqua produzione e distribuzione degli stessi, che minaccia anche la ripresa economica globale», aveva spiegato Tedros Adhanom Ghebreyesus. I vaccini infatti sono uno degli strumenti più importanti al mondo per prevenire la diffusione delle varianti del coronavirus, dando a Sars-CoV-2 meno opportunità di evolversi in nuove varianti, ma molti Paesi non hanno scorte sufficienti di vaccino. A livello globale, infatti, solo il 25,8% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino Covid, secondo il Global Change Data Lab dell’Università di Oxford. «Non doveva essere così e non dovrà essere così in futuro. Da un punto di vista morale, epidemiologico o economico, ora è il momento per il mondo di unirsi e affrontare tutti insieme questa pandemia», aveva aggiunto il capo dell’Oms.
Il comitato di emergenza COVID-19 dell’Oms, come riportato da Quotidiano Sanità, ieri ha osservato a tal proposito che «le differenze regionali ed economiche stanno influenzando l’accesso ai vaccini, alle terapie e alla diagnostica. I Paesi con accesso avanzato ai vaccini e sistemi sanitari ben dotati di risorse sono sotto pressione per riaprire completamente le loro società. I Paesi con accesso limitato ai vaccini stanno sperimentando nuove ondate di infezioni, affrontando un calo della fiducia pubblica e la crescente resistenza a misure anti contagio e restrizioni, crescenti difficoltà economiche e, in alcuni casi, crescenti disordini sociali».