Immunità di gregge? Una strategia pericolosa. La bocciatura arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che “condanna” le nazioni che hanno deciso di adottare poche restrizioni immaginando di poter raggiungere rapidamente l’immunità di gregge. L’idea è di lasciare le persone vulnerabili al virus Sars-Cov-2 in modo tale che possa sviluppare l’immunità, che si definisce di gregge quando raggiunge il 90 per cento della popolazione. Per l’Oms è una strategia molto pericolosa. Il dottor Michael Ryan, direttore esecutivo del programma di emergenza sanitaria dell’Oms, ha affermato che è sbagliato pensare che le nazioni possano rendere «magicamente» immuni le loro popolazioni al Covid-19. «Gli esseri umani non sono mandrie. Questo concetto è riservato al calcolo di quante persone dovranno essere vaccinate», ha spiegato Ryan. Poi si è rivolto a quelle nazioni che hanno adottato poche restrizioni nell’ottica dell’immunità di gregge: «Questo è un ragionamento molto pericoloso». E la dottoressa Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha aggiunto: «Ciò che gli studi siero-epidemiologici ci indicano è che c’è una grande porzione della popolazione che rimane suscettibile».
IMMUNITÀ DI GREGGE, IN SLOVENIA PRIMO STUDIO: I RISULTATI
Intanto un primo studio è stato condotto in Slovenia sull’immunità di gregge della popolazione. Mercoledì sono state presentate le prime valutazioni analitiche di questo studio internazionale. È emerso che il 3,1 per cento delle persone coinvolte nello studio sono risultate positive agli anticorpi del coronavirus. Nello specifico sono 41 su 1368. Questo vuol dire che un cittadino sloveno su 30 si è infettato, quindi 66mila persone circa, che è 45 volte il numero di infezioni confermate finora. La percentuale riguardante l’immunità di gregge è bassa: si attesta al 2-4 per cento. Ma siamo solo all’inizio: lo studio condotto in Slovenia proseguirà fino a ottobre. Nella seconda parte dello stesso, gli esperti contatteranno le persone che si sono sottoposte al test ogni due settimane e chiederanno loro telefonicamente se hanno i sintomi tipici del Covid-19, in caso affermativo quali. E in tal caso dovranno sottoporsi nuovamente a tampone e analisi. Alla fine di ottobre verranno nuovamente esaminati per determinare la presenza di anticorpi. In questo modo gli scienziati vogliono capire come si evolve il coronavirus in estate.