La metà dei morti di Coronavirus in Europa sono persone che vivevano in case di riposo: sono numeri a dir poco drammatici quelli annunciati dal direttore regionale dell’OMS Europa, Hans Kluge, nel corso di una conferenza stampa tenuta stamattina, nella quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto il punto sulla pandemia di Coronavirus in Europa, fra i timori di una seconda ondata e i numeri drammatici soprattutto per quanto riguarda appunto le case di riposo.



“È una tragedia inimmaginabile. C’è un urgente ed immediato bisogno di ripensare il modo in cui operano le case di riposo oggi e nei mesi a venire”, ha aggiunto Kluge sottolineando che “le persone compassionevoli e dedicate che lavorano in quelle strutture – spesso sovraccaricate di lavoro, sotto pagate e prive di protezione adeguata – sono gli eroi di questa pandemia”.



L’allarme Coronavirus nelle case di riposo è ormai generalizzato: nei giorni scorsi ad esempio ha fatto notizia il caso della Svezia, dove addirittura nemmeno nelle Rsa sono obbligatori dispositivi basilari quali guanti e mascherine, con il risultato che il contagio si è diffuso in maniera impressionante proprio fra gli anziani e anche gli operatori che lavorano nelle case di riposo, con numeri di morti e contagiati che sono davvero impressionanti in rapporto al totale dei casi in Svezia.

OMS, I DATI SUI MORTI DI CORONAVIRUS NELLE CASE DI RIPOSO SONO “STRAGE EUROPEA”

Dunque, a ogni latitudine del Vecchio Continente (e non solo) le case di riposo sono state l’anello debole nella lotta contro il Coronavirus, come è d’altronde normale che sia ospitando persone anziane e spesso anche malate. Questo naturalmente non implica che si debba “accettare” la strage: se vi sono responsabilità vanno accertate e se anche una sola vita umana avrebbe potuto essere salvata è giusto che chi ha sbagliato paghi.



Il mal comune non è affatto un mezzo gaudio, ma ci aiuta a ricordare le dimensioni di una tragedia che evidentemente non può essere considerata solo italiana o addirittura solo lombarda. Le inchieste della magistratura si allargano un po’ ovunque in Italia: ad esempio ieri è stata aperta la prima a Bologna.

I numeri dell’OMS ci ricordano però purtroppo che la caccia a un colpevole a ogni costo non è la soluzione: probabilmente in molte strutture è stato fatto tutto il possibile, ma quando si è capito la situazione era ormai tardi. In questo senso, guardare all’estero può essere istruttivo: se nella “civilissima” Svezia non c’è l’obbligo di mascherine e guanti nelle case di riposo, forse gli errori italiani non sono stati così clamorosi, anche se purtroppo contro un nemico subdolo come il Coronavirus possono essere costati un numero enorme di morti.