Nessuna certezza sull’origine del coronavirus. Dopo quattro settimane di indagini, gli scienziati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono tornati da Wuhan senza risposte. Quel che si sa è che il virus ha origine animale, non artificiale, come ribadito ampiamente dalla comunità scientifica internazionale, ma non è chiaro quale sia l’animale ospite. Pipistrelli e pangolini sono i principali indiziati, ma i campioni trovati in quelle specie non sono identici al Sars-CoV-2. E poi non è chiaro come sia avvenuto lo “spillover”, il salto di specie. L’ipotesi della fuga del virus dal laboratorio di Wuhan resta “estremamente improbabile”, spiega lo scienziato danese Peter Ben Embarek, ma prende quota quella della catena del freddo (trasporto e commercio cibi congelati).
L’unica cosa certa, dunque, è che servano ulteriori approfondimenti sull’origine del coronavirus. “Un salto diretto dai pipistrelli agli umani non è probabile”, aggiunge l’esperto di zoonosi. Ciò perché a Wuhan e dintorni non c’è una grande popolazione di questi animali. I primi portatori potrebbero essere pangolini e felini, ma l’Oms ritiene si debba proseguire con gli studi a riguardo.
ORIGINE CORONAVIRUS, CATENA DEL FREDDO?
La missione dell’Oms “non ha stravolto le convinzioni che avevamo prima di cominciare” in merito alle origini del virus. D’altra parte, non sono stati neppure individuati elementi convincenti e che portano a conclusioni definitive. Infatti, Peter Ben Embarek spiega che non si è neppure riusciti a scoprire come il coronavirus sia entrato nel mercato Huanan a Wuhan, comunque il coronavirus circolava anche tra individui legati ad altri mercati. Il funzionario Oms suggerisce di condurre degli studi sul ruolo dei cibi surgelati e della catena del freddo come “superficie per la trasmissione del virus agli esseri umani”. Si sta ancora lavorando, dunque, all’ipotesi che “possa essere stato introdotto da una persona che è stata infettata e poi diffuso ad altre persone sul mercato”. Ma il contagio di coronavirus a Wuhan potrebbe essere avvenuto anche tramite l’introduzione di un prodotto: “Tra le merci più interessanti c’erano animali selvatici d’allevamento congelati. Alcune di queste specie sono note per essere sensibili a questi tipi di virus”. Il riferimento dello scienziato danese è a conigli e ratti di bambù.
Ma a questi dubbi si aggiungono quelli sulle modalità di trasmissione. Il coronavirus può sopravvivere in ambienti freddi e ghiacciati, ma poi come si trasmette agli esseri umani e in quali condizioni? Peter Ben Embarek nel briefing suggerisce di indagare se animali selvatici congelati in un contesto di mercato, poiché con le giuste condizioni, potrebbero favorire una rapida diffusione del virus. Le indagini condotte da Oms ed esperti cinesi di fatto scagiona la Cina riguardo l’aver comunicato in ritardo la comparsa della nuova epidemia che poi si è trasformata in pandemia: “Non ci sono tracce sostanziali della diffusione del coronavirus in Cina prima della fine del 2019. E non ci sono prove che circolasse a Wuhan prima del dicembre del 2019”, ha dichiarato il professor Lian Wannian, a capo della delegazione di 17 esperti cinesi che hanno collaborato con l’Oms.
OMS ORA TIRA IN BALLO ITALIA…
Marion Koopmans, virologa dell’Oms, non esclude che il coronavirus possa essersi diffuso contemporaneamente in altri luoghi o prima del focolaio di coronavirus a Wuhan, a partire dall’Italia. Non ci sono “prove chiare”, ma è stato fatto riferimento all’Italia, dove i casi di contagio vengono fatti risalire a fine novembre 2019 da alcuni studi. Ma proprio il fatto che non si sia trattato di una missione “indipendente” ha suscitato molte perplessità su queste indagini riguardo l’origine del coronavirus a Wuhan, ostacolate a lungo dalla Cina e partite molto tardi, un anno dopo l’inizio della pandemia. Ora stranamente si tira in ballo l’Italia, mentre gli Stati Uniti hanno prove del fatto che ci sia stato un esperimento.