Il medico e presidente della coalizione Global health project, Kat Lindley, che da anni si batte per una sanità globale più equa e trasparente, critica nei confronti del nuovo trattato previsto tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e gli Stati in merito alla modifica per un piano unico pandemico che aumenterebbe l’autorità dell’Oms con enorme potere decisionale in caso di emergenze sanitarie, il che potrebbe mettere in serio rischio le varie sovranità nazionali. Intervistata dal quotidiano La Verità, l’attivista fa il punto della situazione denunciando i rischi di un’approvazione di questi nuovi documenti, che verranno discussi a maggio 2024 in Svizzera, in occasione dell’Assemblea Mondiale della sanità, e dichiarando che nella versione più aggiornata non se ne conosceranno i dettagli fino al momento della votazione.
Una scelta che potrebbe giocare a favore delle “elite globaliste” e che trasformerebbe qualsiasi decisione dei vertici dell’Oms da “raccomandazione a imposizione”. In pratica, nel caso di scoppio di una nuova pandemia sarà l’organizzazione a poter decidere di chiudere tutte le attività con i lockdown e anche a prevedere l’obbligo del green pass, a prescindere dalle decisioni politiche interne.
Kat Lindley: “Trattato unico sulle pandemie potrebbe dare troppa autorità all’Oms”
Kat Lindley, attivista e medico del Global Health project, avverte in merito ai possibili rischi derivati da una deriva autoritaria dell’Oms in caso di approvazione della bozza di modifica del trattato pandemico globale. La presidente della colazione ha affermato nell’intervista a La Verità che: “La filosofia One Health ha dei risvolti molto pericolosi, perchè mette sullo stesso piano la salute di animali, vegetali e persone, che vengono considerate tutti ugualmente in pericolo a causa di vari fattori, come ad esempio il cambiamento climatico“. “Ed è in quest’ottica“, prosegue il medico, “Che sono stati introdotti vaccini obbligatori per tutti, mettendo sullo stesso piano uomo e bestiame“.
Inoltre sarà alto il rischio censura, come ha spesso evidenziato l’Oms parlando di lotta alla disinformazione, che però potrebbe trasformarsi in una misura punitiva per i cittadini che non si conformeranno alle decisioni e al pensiero comune. Per questo, Lindley chiede aiuto anche all’Italia per contrastare questa minaccia e chiede di non firmare il documento, come hanno già scelto di fare alcuni paesi, tra i quali la Nuova Zelanda e la Romania, perchè come afferma: “È ora che i politici italiani smettano di fidarsi di qualsiasi cosa gli venga raccontato ed inizino a leggere le carte prima di decidere per la salute dei loro cittadini“.