L’Oms manda l’allarme e invita i governi mondiali a prepararsi ad una nuova possibile pandemia. L’appello è di Michael Ryan, a capo del comparto emergenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che al termine di un briefing ad un anno esatto dalla notizia del nuovo coronavirus di Wuhan, ha spiegato: “Dobbiamo prepararci per qualcosa che in futuro potrebbe essere molto di più dell’attuale pandemia“. In questi dodici mesi sono stati più di 81 milioni i casi di covid scoperti nel mondo, per l’esattezza 81.103.454, mentre le vittime causate dal coronavirus sono state 1.770.304, di cui 334.025 nei soli Stati Uniti.
“Questo è un campanello d’allarme”, ha messo in guardia Michael Ryan, “Potrebbero verificarsi pandemie peggiori”, invitando tutti a prepararsi in maniera seria per un futuro non troppo lontano. “Questa pandemia è stata molto grave – ha proseguito il dirigente dell’Oms – si è diffusa in tutto il mondo in modo estremamente rapido e ha colpito ogni angolo di questo pianeta, ma non è necessariamente la più grande”.
OMS: “ARRIVERA’ ALTRA GRAVE PANDEMIA, PREPARIAMOCI”
“Mentre il virus è facilmente trasmissibile e uccide le persone – ha aggiunto – il suo attuale tasso di mortalità è ragionevolmente basso rispetto ad altre malattie emergenti”. Di conseguenza nulla sarà da escludere per il futuro prossimo, e proprio per questo Michael Ryan ha ribadito il concetto: “Dobbiamo prepararci per qualcosa che potrebbe essere ancora più grave in futuro”. In attesa della prossima pandemia, che speriamo non arrivi, e che speriamo trovi comunque preparati le nazioni, da pochi giorni a questa parte è scattata la campagna di vaccinazione che speriamo possa far rialzare finalmente la testa dopo un anno di grave crisi sanitaria, economica e social. In attesa di rivedere la luce in fondo al tunnel, dal vertice di Berlino l’Oms ha posto l’accento sull’importanza “Di aumentare la capacità di sequenziamento genomico in tutto il mondo” e di condividere le informazioni con l’agenzia sanitaria delle Nazioni unite e gli altri Paesi: “Solo se i Paesi cercano e testano in modo efficace si sarà in grado di raccogliere le varianti e adattare le strategie per farcela”.