«Nel 2021 abbiamo il potenziale per una catastrofe assoluta» se il pericoloso ritardo nei vaccini dei bambini a causa della pandemia Covid-19 «non verrà recuperato» e se le restrizioni sanitarie «verranno revocate troppo rapidamente»: suona l’allarme l’Oms nelle parole del direttore del dipartimento di immunizzazione dell’Oms a Ginevra, la dottoressa Kate O’Brien. Come noto, in ogni parte del mondo (anche se in maniera ovviamente difforme) l’emergenza coronavirus ha corretto a dirottare risorse, personale e impegni nella lotta al Covid, con purtroppo molti servizi sanitari che hanno dovuto rimodulare orari e lavoratori.



Non solo, spiega ancora la dottoressa O’Brien nell’ultimo briefing dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, «le persone erano anche riluttanti a spostarsi per paura della contaminazione, quando le misure di contenimento non le vietavano». Il ragionamento dell’Oms è diretto e potrà sollevare comunque non poche polemiche: «I bambini non protetti e la revoca troppo rapida delle restrizioni sanitarie contro il Covid – che hanno anche parzialmente protetto alcune malattie infantili – stanno già avendo i loro effetti». Un esempio è il maxi focolaio di morbillo in Pakistan, come spiega il funzionario Oms nel comunicato diffuso alla stampa: «Questi due fattori combinati sono l’assoluta catastrofe contro la quale stiamo lanciando l’allarme ora, perché dobbiamo agire ora per proteggere questi bambini».



VACCINI ANTI-COVID AI BIMBI: LA SITUAZIONE

Non da oggi e ben prima della pandemia, il tema dei vaccini sui bambini è sempre stato un tema piuttosto delicato e con il crescere di social (e teorie complottiste) il tasso di no-vax tra i genitori è cresciuto a dismisura negli ultimi 10 anni. Al momento non vi è una strategia comune neanche nel mondo occidentale sui vaccini pediatrici, figuriamoci con quelli sul Covid-19: come riporta il focus di Tiscali.it, alcuni Paesi li stanno somministrando (come Usa, Israele e l’Italia), altri limitano a bambini con patologie pregresse (Germania, Olanda, Belgio, Uk), altri ancora per il momento hanno escluso i bimbi dal piano vaccinale anti-Covid (Norvegia, Islanda, Portogallo, Irlanda). Le considerazioni degli esperti in materia sono ancora piuttosto contrapposte, con una linea generale che nemmeno in Oms è prevalsa: «i bambini sotto i 12 anni hanno diritto a essere protetti. Sono già in fase avanzata le procedure di autorizzazione presso gli enti regolatori ed è verosimile che in pochi mesi si arriverà a disporre del vaccino 6-12, forse già in autunno», ha spiegato Alberto Villani, direttore del Dipartimento di emergenza, accettazione e pediatria generale dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Il coordinatore Cts, nonché pediatra del Bambino Gesù di Roma, professor Franco Locatelli è di parere invece opposto: «Fino ai 18 anni i rischi legati al Covid sono irrilevanti». Al momento, nel nostro Paese, solo il 40,5% della popolazione under-12 ha completato il ciclo di vaccinazione.

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