L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nell’assemblea generale che si è aperta oggi a Ginevra ha parlato dei primi studi di sieroprevalenza. La fotografia che emerge è molto dettagliata secondo il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. «La porzione di popolazione che ha sviluppato anticorpi al Covid-19 non supera il 20% e in molte aree è meno del 10%». E questo vuol dire che «la maggioranza della popolazione è ancora suscettibile al virus». Questo vuol dire che la strada da fare per uscire dall’emergenza coronavirus è ancora molto lunga. Ci sono più di 4 milioni e mezzo di casi di Covid-19 nel mondo e oltre 300mila morti. «Ma i numeri non riescono a raccontare la storia della pandemia: ogni perdita di vite umane lascia una cicatrice per famiglie, comunità e nazioni», ha aggiunto il direttore generale dell’Oms. Inoltre, ritiene che la pandemia abbia fatto luce sul meglio e peggio dell’umanità. «Questo contagio ci ha mostrato le disuguaglianze, le ingiustizie e le contraddizioni del nostro mondo moderno».



OMS “SOLO 20% HA ANTICORPI COVID-19”. E SU RIAPERTURE…

Quella che stiamo affrontando è molto più di una crisi sanitaria: l’impatto sull’economia è evidente. Anche per questo si va in alcuni Paesi, come l’Italia, verso l’allentamento delle restrizioni. I dati migliorano e quindi comincia la graduale convivenza col coronavirus. Ma l’Oms avverte: «Muoversi troppo in fretta, senza mettere in atto l’architettura della sanità pubblica per rilevare e reprimere il contagio, espone a un rischio reale di ostacolare la propria ripartenza». Tedros Adhanom Ghebreyesus da Ginevra chiede a tutte le nazioni di investire nella sicurezza sanitaria. Per il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità «il mondo non ha bisogno di un altro piano, un altro sistema, un altro meccanismo, un altro comitato o un’altra organizzazione». Quel che deve fare è «rafforzare, attuare e finanziare i sistemi e le organizzazioni di cui dispone, incluso l’Oms». Quella del direttore generale sembra una difesa nei confronti dell’Oms, che scarica le responsabilità ai singoli delle criticità ai singoli Stati: «Il mondo non può più permettersi l’amnesia a breve termine che ha caratterizzato la sua risposta alla sicurezza sanitaria per troppo tempo».

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