On Call – Di pattuglia è una serie poliziesca disponibile su Prime Video dall’inizio di gennaio, otto puntate della durata di circa trenta minuti ciascuna, una scelta anomala per le piattaforme streaming.
Siamo a Long Beach, una quarantina di chilometri da Los Angeles, una cittadina con quasi mezzo milione di persone, di cui il 40% ispanico. I protagonisti sono l’agente di polizia Tracy Harmon (Troian Bellisario) tutor della matricola Alex Diaz (Brandon Larracuente), appena uscito dall’accademia e in prova per due mesi. E come dice il titolo italiano, i due sono di pattuglia per le strade della città e rispondono alle chiamate d’intervento della centrale. Lavoro duro.
Vi sono diversi piani di narrazione. Quello orizzontale per tutte le puntate: l’agente Delgado viene uccisa in strada da due latinos appartenenti a una delle bande della città. È stata una recluta di Harmon e questa ha il fuoco dentro nel ricercare gli assassini. C’è l’intreccio con le vicende personali dei due agenti, la sorella di Harmon è un ex poliziotta divenuta tossicodipendente da oppiacei dopo un incidente, licenziata dal dipartimento di polizia, ora vivacchia da homeless. Diaz invece ha un fratello al gabbio, di cui non vuol parlare, ma che per rappresaglia verrà pestato a sangue quando uno dei latinos verrà arrestato.
Harmon sfida un boss dei latinos e da sola riesce a individuare l’assassino della sua ex recluta. Il finale sarà violento e tragico per il bandito.
C’è il rapporto tra i due pulotti che si annusano, si sfidano, scazzano. Lei vuole che il ragazzotto sia tutto d’un pezzo e non faccia cazzate istintive sul lavoro, non vuole che finisca come l’agente Delgado. Lui ha sentito voci nel dipartimento sulla sua tutor ritenuta colpevole di aver fatto licenziare degli agenti. Ci sarà un confronto serrato tra i due, ma non bastano le chiacchiere, sarà nell’espletamento del dovere la verifica della reciproca fiducia. In più Harmon riesce a far trasferire il fratello di Diaz in una prigione sicura per evitare rappresaglie dalla gang.
Verticalmente in ogni puntata c’è il loro lavoro quotidiano, On Call, la risposta alle chiamate d’intervento. L’uomo che si dà fuoco davanti alla moglie che lo vuol lasciare; un litigio di una madre col figlio accusato di rubarle i soldi per poi scoprire che li sottrae perché lei non si droghi; il fuori di testa che brandisce un’ascia per strada; un presunto ladro d’appartamento che viene beccato, ma che era invece stato invitato per un appuntamento sessuale dal proprietario di casa; ecc.
Come in tutti i luoghi lavorativi ci sono i rapporti conflittuali e così anche nel dipartimento tra Harmon e il sergente Lasman (Eriq La Salle) e con la tenente Bishop (Lory Loughlin), che nonostante l’arresto dell’assassinio di Delgado, l’accoltella alla spalle tanto da segarla professionalmente nel passaggio nella squadra dei detective.
Che ogni puntata abbia trenta minuti di vita e non i soliti cinquanta è un fattore positivo, tutto è intenso ma non frenetico, non ci son punti morti in cui si fa flanella per allungare il brodo. Non ci sono banalità e neppure scene di sesso per compiacere etero e lgbtq plus. Tutto è rappresentato in maniera realistica: le chiamate, i fatti criminali, la drammaticità della vita personale, il dolore e la violenza. Anche la realizzazione tecnica è stata rappresentata in modo che non vi sia una perfezione asettica delle riprese, ma invece per dare un senso reale c’è molta camera a mano, riprese dall’interno dell’auto (dash cam), camera indossata dagli agenti (body cam), con un montaggio delle sequenze perfetto e soprattutto non isterico. Vi è un coinvolgimento dello spettatore che guarda.
La scelta della durata delle puntate è stata voluta dal producer Dick Wolf, uno non di primo pelo (Miami Vice, Law & Order, Chicago PD, FBI) e, secondo me, ha ci ha azzeccato. Più essenzialità e meno fronzoli.
Il realismo di cui sopra è anche nel contesto sociale. Siamo in California flagellata dalla tossicodipendenza di Fentanyl (a tal proposito vi ho presentato su queste pagine la serie tv Painkiller) con accampamenti di tossici e poveracci; gangs che si dividono il territorio e spadroneggiano; polizia con meno fondi a disposizione e una legge (voluta dai democratici) di depenalizzazione i reati minori (se rubi fino a un valore di 950 dollari non sei perseguibile). Mancano solo gli incendi che per ora a Long Beach non sono ancora arrivati. Grazie a Dio.
Ci sarà una seconda serie? Spero proprio di sì.
Indovinello: la recluta Diaz ha superato i due mesi di prova?
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