L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha consegnato alla Conferenza Stato Regioni il nuovo documento con le linee di indirizzo sull’integrazione ospedale-territorio in oncologia. Il contenuto, anticipato da Quotidiano Sanità, è più ricco ed esaustivo del precedente, con le indicazioni che sono state riformulate anche sulla base di quelle che sono state le proposte emendative delle Regioni stesse.
L’obiettivo è quello di eliminare le disuguaglianze attraverso una organizzazione esistenziale che sia uniforme e che offra servizi completi “realizzati a seguito della piena implementazione, in linea con quanto previsto dalle programmazioni regionali e province autonome in materia di assistenza territoriale”. Il documento, tuttavia, si precisa, non toglie autonomia alle singole Regioni di “nell’adottare le soluzioni organizzative più idonee in relazione alle esigenze della programmazione regionale”, rimanendo comunque nei limiti previsti dal Governo in termini di risorse umane ed economiche e, dunque, senza creare maggiori oneri alle finanze pubbliche.
I nuovi servizi e le nuove professioni nelle linee guida per l’oncologia
Le linee di indirizzo di oncologia prevedono un incremento dei servizi per quel che concerne i percorsi territoriali, che spesso sono molto carenti o addirittura inesistenti. L’obiettivo è sfruttare questi ultimi per implementare i programmi di screening, i monitoraggi, le cure palliative, la gestione della fase terminale e i setting assistenziali per bambini e adolescenti, anche attraverso il supporto di team multidisciplinari (i Gom) e multiprofessionali. Per ognuno di questi, ci saranno figure professionali dedicate, che si alterneranno tra strutture del territorio e ospedali per garantire la continuità assistenziale.
Il documento evidenzia inoltre quelle che saranno le nuove professioni del futuro per rendere l’oncologia migliore a livello ospedaliero e territoriale. Si tratta in particolare dello Psico-oncologo, che a partire dalla diagnosi fino al percorso di cura si occuperà della “attivazione di percorsi più personalizzati e migliori risposte in termini di affiancamento, supporto/soddisfazione del paziente e dei suoi familiari”; del Farmacista ospedaliero “per la distribuzione dei farmaci in ambito territoriale”; e di un “esperto in management sanitario e analisi dei dati di popolazione, con funzioni di ottimizzazione e programmazione delle attività”.
La collaborazione tra ospedali e servizi territoriali
All’interno delle linee guida che l’Agenas ha messo sul tavolo della Conferenza Stato Regioni si precisa infine che non dovrà mancherà la collaborazione tra gli ospedali e i servizi territoriali per l’offerta di determinati servizi come la psico oncologia, la degenza a ciclo continuo a bassa intensità e le terapie trasfusionali. Il contributo della farmacia territoriale inoltre diventerà, secondo il documento, fondamentale per l’erogazione di medicinali per i pazienti cronici che sono presi in carico dalla ASL di competenza, che distribuisce i prodotti a loro indirizzati in maniera diretta.