C’è davvero un legame tra l’andamento dell’epidemia e quello della campagna vaccinale? In questi mesi è stata suggerita una tale correlazione per quanto riguarda le ondate Covid registrate negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania. Uno studio condotto dai ricercatori Subramanian e Kumar e pubblicato sull’European Journal of Epidemiology si è posto l’obiettivo di trovare una risposta. Lo ha fatto tramite l’analisi della relazione tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata e i nuovi casi Covid in 68 paesi e 2.947 contee statunitensi. «A livello nazionale, non sembra esserci una relazione distinguibile tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata e i nuovi casi di COVID-19 negli ultimi 7 giorni», scrivono i ricercatori.



Anzi, evidenziano che la linea di tendenza suggerisce che «i paesi con una più alta percentuale di popolazione completamente vaccinati hanno più alti casi di COVID-19 per 1 milione di persone». A tal proposito, citano il caso Israele, con oltre il 60% della popolazione immunizzata. Eppure, ha tra i più alti casi Covid per un milione di persone negli ultimi 7 giorni.



“VACCINI NON BASTANO CONTRO EPIDEMIA COVID”

La mancanza di un’associazione tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata e i nuovi casi Covid è confermata anche dai casi Islanda e Portogallo. Questi due Paesi hanno oltre il 75% della popolazione completamente vaccinata e più casi Covid per 1 milione di persone rispetto a Vietnam e Sudafrica che hanno solo il 10% della popolazione completamente vaccinata. «Sembra anche che non ci sia una segnalazione significativa di un calo di casi Covid in presenza di percentuali più alte di popolazione completamente vaccinata». Ci sono poi le contee Usa di Chattahoochee (Georgia), McKinley (Nuovo Messico) e Arecibo (Porto Rico) hanno più del 90% della loro popolazione completamente vaccinata, eppure tutte e tre sono classificate come ad “alta” trasmissione.



In virtù di quanto sopra precisato, per i due ricercatori «affidarsi alla vaccinazione come strategia primaria per mitigare il COVID-19 e le sue conseguenze avverse deve essere riesaminata, specialmente considerando la variante Delta (B.1.617.2) e la probabilità di varianti future». Ciò potrebbe essere causato da un calo dell’immunità da vaccini dopo 6 mesi, motivo per il quale è importante ritengono non si debba puntare solo sui vaccini, ma anche sulle norme di igiene e comportamento utili per ridurre la trasmissione, oltre che su trattamenti farmacologici.