ONG e scafisti avrebbero avuto dei contatti diretti

Secondo quanto riferito dal quotidiano La Verità, nell’ambito del processo che si sta tenendo a Trapani contro le ONG che gestiva la nave Iuventa, sarebbero alcune chat compromettenti con gli scafisti. Tutto, inoltre, sembra essere partito dalla volontà della stessa ONG, a quanto evidenziano gli atti del processo, che avrebbe tentato un primo contatto a gennaio del 2017. In quell’occasione era stata Kay Raven, esponente di Jugend Rettet, a mandare una mail indirizzata ai “pescatori di motori“.



La mail della ONG diretta agli scafisti, definiti appunto pescatori di motori nel testo del messaggio, era contenuto un volantino da stampare e distribuire in Libia. “Data la totale incapacità da parte nostra di avere qualsiasi contatto con le reti dei trafficanti (..) i volantini potrebbero raggiungere quelle comunità che hanno qualche collegamento con i trafficanti”, si legge nella mail citata da La Verità. Un contatto fine a definire alcune “regole”, come per esempio dotare i migranti di torce, ridurre il numero di persone a bordo o anche non partire con le onde eccessivamente alte. Non si tratterebbe del primo vero e proprio contatto tra ONG e scafisti, e concretamente non si può neppure sapere se quei volantini siano mai stati veramente distribuiti, ma negli atti sarebbero contenuti anche altri messaggi, molto più esplicativi.



Le chat tra scafisti e ONG

Tra gli scafisti e le ONG è chiaro che un qualche contatto nel tempo ci sia stato. Il processo in corso a Trapani, infatti, sequestrato il materiale sulla nave Iuventa avrebbe messo sotto gli occhi degli inquirenti anche altre prove, decisamente più significative del volantino. In particolare si farebbe riferimento ad una presunta chat WhatsApp, i cui messaggi sono per ora ancora soggetti al segreto istruttorio, tra alcuni esponenti dell’organizzazione Save the children. Della chat tra scafisti e ONG si conosce solo l’esistenza, con una certa Annie che riferisce a Robert MacGillivray della volontà di un tale Daniele di “conoscere le informazioni contenute in quelle conversazioni sui trafficanti“.



Una chat che poi MacGillivray ha voluto chiudere per non rischiare di compromettere altre ONG che avevano avuto contatti con vari scafisti. I contatti diretti che gli inquirenti avrebbero individuato sarebbero almeno 4, tutti risalenti al 2017. Dopo, però, sarebbero arrivate le intercettazioni dirette e a giugno un uomo dell’equipaggio della ONG avrebbe visto gli scafisti “recuperare il motore fuoribordo del gommone”, racconta in chat ad un amico. Infine, ci sarebbe anche la conversazione intercettata in cui il capitano della nave avvisa Gillian Moyes che “stanno partendo”. Lei risponde “stanno partendo da Sabratha”, dovrebbero arrivare “domani mattina alle 6“, conferma il capitano. “Partiremo domani”, chiude lui, “domani facciamo il carico“, gli fa eco la donna.