Il medico della ONG InterSOS Alessandro Verona è intervenuto a Coffee Break su La7 per parlare delle diseguaglianze legate al vaccino e alla pandemia: “Abbiamo la fortuna in Italia di avere un sistema sanitario fortemente inclusivo sulla carta e universalistico. Purtroppo nel nostro paese c’è una difficoltà a intercettare quelle persone con marginalità sociale. Sulla vaccinazione tutto ciò è particolarmente evidente. Abbiamo una platea con marginalità molto alta. Si tratta di mezzo milione di persone senza permesso di soggiorno. 200 mila persone che sono in attesa di regolarizzazione a cui si aggiungono i senza fissa dimora italiani e stranieri. Quindi è un numero più elevato di 700 mila persone“.



Verona ha poi detto: “Poi ci sono persone che sono rimaste fuori dai piani iniziali della pandemia. Ricordate quando si diceva di restare a casa? Ma cosa bisogna fare se il tetto non lo si ha? Rispetto alla vaccinazione abbiamo iniziato a lavorare già da febbraio chiedendo al Ministero della Salute insieme ad altre organizzazioni che ci fosse una pianificazione rispetto all’inclusione di queste categorie riscontrando quattro diverse tipologie di ostacoli. Innanzitutto logistici come per esempio la disposizione degli hub vaccinali. Poi ostacoli amministrativi che sono estremamente vasti e diversi tra loro. L’informativa, che deve essere sulla base della conoscenza e della competenza delle persone sul piano della salute. Competenza anche dal punto di vista della mediazione linguistica e culturale e le figure qui mancano”.



Vaccino, InterSOS: “Sistema sanitario non è unitario”

La ONG InterSOS , tramite Alessandro Verona ha parlato della differenza tra ricchi e poveri sul vaccino: “Abbiamo un sistema sanitario che non è unitario, a partire dal 2001 abbiamo 21 sistemi sanitari: 19 regionali e due province autonome. Questo determina un frazionamento e un’incapacità di raggiungere e tutelare tutte le persone in un certo modo e si mostra sulle diseguaglianze sociali. Le marginalità sono tutelate in modo diverso. Inoltre è un sistema pensato per persone che sono statiche sul territorio e non dinamiche.  E’ importante ragionare sulla pandemia. Va sviluppata la medicina territoriale. Sulle vaccinazioni non c’è stata una campagna informativa adeguata riferita alle varie categorie di marginalità che abbiamo. Questi ostacoli vanno superati in maniera diversificata. Dobbiamo includere tutte le categorie”.



“La pandemia ha esacerbato le diseguaglianza sociali – ha concluso Alessandro Verona –. Non si può pensare di fare una guerra tra poveri o tra ricchi contro poveri. Molti migranti non accettano la vaccinazione a causa di un’informazione non adeguata. La centralità è tutelare tutte le persone. Abbiamo una scarsissima vaccinazione in Africa perché i paesi ricchi si sono accaparrati i vaccini. Si è pensato di tutelare i propri confini ma il virus non li ha. L’Italia non ha preso una posizione chiara in questo senso. Equità significa fare accedere tutti”.