L’autorità marittima di Lampedusa, in un rapporto, sottolinea come la nave Ong tedesca Louise Michel, che è in stato di fermo per 20 giorni per aver violato le norme che regolano l’attività di soccorso, avrebbe messo a rischio la vita dei migranti. Si parla dell’ultima operazione effettuata nella notte tra il 24 e il 25 marzo, che ha visto una collaborazione tra la Guardia costiera italiana e l’equipaggio della nave Ong. Proprio l’Ong – spiega Libero – avrebbe comunicato di aver recuperato tutti i 38 naufraghi tra i quali «un adulto e un bambino in stato di incoscienza che necessitavano di cure immediate per sindrome da annegamento, ed entrambi venivano trasbordati sulla motovedetta della Guardia costiera assieme al medico di bordo della Louise Michel e portati a Lampedusa».



Secondo l’autorità marittima, mentre la nave procedeva verso nord, le autorità italiane avrebbero chiesto alla Louise Michel di raggiungere velocemente Trapani a causa dei rischi del sovraffollamento dell’imbarcazione che al massimo può trasportare 60 persone. Le accuse sono di aver effettuato autonomamente 3 operazioni in area di ricerca e soccorso libica e maltese senza ascoltare le indicazioni delle nostre autorità che avevano imposto di raggiungere il porto di Trapani. Infine, l’accusa di aver caricato a bordo il triplo dei migranti consentito.



La risposta della Louise Michel

La Ong ha risposto alle accuse dell’autorità marittima di Lampedusa affermando: «Stiamo consultando i nostri avvocati per capire come muoverci, siamo pronti a una battaglia legale. Sappiamo che secondo la legge italiana abbiamo la possibilità di un solo viaggio in acque nazionali durante il fermo, e forse potremmo andare a Palermo. Prenderemo tutte le misure necessarie per combattere questo provvedimento. L’unico obiettivo della legge è il blocco delle navi di soccorso, tenendo consapevolmente in conto della morte delle persone». La Louise Michel è la nave finanziata da Banksy.



Intanto la Mediterranea Saving Humans ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni:  «Vi rivolgiamo con tutta l’umiltà possibile, un appello che nasce dal profondo della nostra coscienza: Basta guerra alle ONG, alle navi del soccorso civile. Cooperiamo per salvare in mare più vite possibili. Produciamo un’azione sinergica, davanti a questo imperativo – salvare! – che possa indurre l’Unione Europea ad uscire dalla sua latitanza su questo tema e a mettere in campo una missione coordinata di soccorso in vista di un’estate che si preannuncia terribile dal punto di vista dei rischi in mare».