Anche le ONLUS entreranno all’interno del perimetro IVA ma non più dal primo gennaio 2024, bensì dal primo luglio. E’ quanto previsto da un emendamento alla legge di conversione della DL numero 51/223 che è stato approvato dalle commissioni parlamentari e dalla Camera dei deputati con il voto di fiducia. Adesso il provvedimento passerà al Senato per poi avere il via libera definitivo.



ONLUS: il differimento dell’adeguamento al luglio 2024

Il provvedimento differisce di sei mesi la decorrenza per l’applicazione delle disposizioni di adeguamento alla direttiva Europea della disciplina IVA interna alle operazioni effettuate dalle associazioni nei confronti dei propri soci che sono state introdotte dall’articolo 5 del DL numero 146/2021.
Un atto dovuto alla revisione della normativa prevista dalla riforma fiscale di alcuni mesi fa.



Il differimento è stato indotto dalle disposizioni del comma 15 quater del predetto articolo 5 che hanno modificato automaticamente gli articoli 4 e 10 del DPR 633/72 così da attrarre nella sfera IVA anche le associazioni che offrono beni e servizi ai propri soci dietro il pagamento di corrispettivi specifici, aggiuntivi rispetto alle quote associative, nonché i partiti politici per le operazioni effettuate in occasione di manifestazioni. Rientrano in questa sfera le associazioni politiche sindacali, religiose, assistenziali, culturali, di promozione sociale e di formazione extrascolastica della persona, dietro pagamento di corrispettivi specifici oppure contributi supplementari, nei confronti dei propri soci, associati o partecipanti.



ONLUS: serve l’allineamento alle disposizioni della riforma fiscale

Questa realtà adesso saranno inglobate nel regime dell’IVA anche se restano subordinatamente vincolate alla condizione di “non provocare distorsioni alla concorrenza danno delle imprese commerciali soggette all’IVA”.

Il termine relativo all’adeguamento al campo IVA di questi enti era stato portato al primo gennaio 2024, proprio per dare tempo di adeguarsi. La proroga di 6 mesi invece risponde a un interesse amministrativo e fiscale dovuto alla riforma varata pochi mesi fa.

Ciò non riguarda le disposizioni del 15/5 del articolo 5 che stabilisce che le organizzazioni e le associazioni che hanno conseguito ricavi non superiore a 65.000 applichino il regime forfettario.
Per queste realtà resta ferma la data del primo gennaio 2024.